Referendum biodistretto, il comitato critica la Provincia e i partiti: "Ammiccamento all’astensione”
I promotori dopo il mancato quorum: “Tante fake news, è tempo che i consumatori e agricoltori si interroghino su come ci si alimenta”
TRENTO. "Siamo intenzionati a non disperdere questa esperienza e a fare il possibile per mantenere e arricchire la rete di conoscenze raggiunte anche nelle diverse zone del Trentino: una rete diffusa che sappia 'inventare' nuovi percorsi comuni, creativa e capace di avere fiducia nel futuro, che possa bilanciare con la forza delle convinzioni e della speranza le istanze conservatrici dello status quo". Così in una nota il comitato promotore del referendum per un Distretto biologico trentino dopo che il referendum non ha raggiunto il quorum fermandosi a meno del 16% dei votanti.
Il comitato promotore critica le istituzioni pubbliche, "in primis la Provincia, che sono state gravemente carenti nell'assolvere il loro dovere di informazione adeguata a tutti i cittadini, mediante i canali a loro disposizione compresi i mass media e con avvisi ripetuti in un periodo di tempo congruo prima dell'appuntamento referendario".
"Quasi tutti i partiti, esclusi Europa Verde, Sinistra Italiana, Futura, Onda civica e Cinque Stelle - aggiunge il comitato - hanno scelto di non esprimersi in merito al contenuto del referendum dichiarandosi preoccupati o perplessi e lasciando libertà di voto, il che di fatto si è trasformato in un occulto ammiccamento all'astensione. I nostri detrattori hanno incentivato i loro iscritti o soci a disertare le urne e ora ci rinfacciano di aver dilapidato il denaro pubblico. A questo riguardo desideriamo chiarire alcune cose: per diminuire la spesa avevamo chiesto appositamente di accorpare il referendum alle elezioni comunali del settembre 2020, visto che la legge provinciale vincolava l'indizione del referendum entro sei mesi dalla convalida delle firme raccolte. Questa proposta non è stata presa in considerazione dalla Giunta provinciale che ha ritardato di deliberare in merito, costringendoci oltretutto a ricorrere al Tar per ottenere la data. Dobbiamo credere che i nostri detrattori ritengono che un referendum si giustifichi economicamente solo quando ne sono i promotori e ne approvino obiettivi e contenuti o che diventi conveniente solo in caso di successo?".
Tra le face news, secondo i promotori, quella secondo cui “l’esito positivo del referendum avrebbe costretto tutti i produttori trentini ad adottare il metodo biologico”: “Abbiamo chiarito in tutti i modi possibili che si trattava di incentivi per arrivare in futuro ad una prevalenza del metodo bio in agricoltura e nell’allevamento”. “E’ tempo – conclude il comitato – che i consumatori si interroghino su come ci si alimenta, su quanto sprechiamo, che qualità cerchiamo negli alimenti e che gli agricoltori tradizionali si chiedano che tipo di cibo producono e come”.