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Qualità della vita: Milano scalza Bolzano dal primo posto in Italia, Trento quinta

La città scende di un gradino, bene gli indici relativi a lavoro, natalità e turismo, perdiamo posizioni per ambiente, istruzione e sicurezza



TRENTO. Qualità della vita, quest'anno Milano scalza Bolzano dal primo posto. Nelle prime cinque posizioni troviamo anche le province di Monza, Bologna e Trento. L'Alto Adige segnala comunque ottimi indici su lavoro, natalità e turismo.

Meno bene in tema di sicurezza e sistema salute. Ad esempio, rispetto alla classifica del 2023 si sono perse posizioni in tema di ambiente, istruzione, reati e sicurezza, reddito e ricchezza. È il quadro che emerge dall'Indagine annuale sulla qualità della vita 2024 realizzata da ItaliaOggi e Ital Communications, in collaborazione con l'Università Sapienza di Roma, giunta alla 26ª edizione. Servizi, soglia di reddito, infrastrutture, vitalità del tessuto produttivo: questi i principali elementi di qualità che devono contraddistinguere un centro urbano di grandi dimensioni.

Quest'anno si conferma la crescita delle metropoli: province e città metropolitane, soprattutto del Centro-Nord, continuano a mostrare una maggiore capacità di ripresa dagli shock rispetto alle altre aree del Paese. Di riflesso, si fa più netta la separazione tra le regioni del Nord e il Mezzogiorno e Isole, dove crescono aree di disagio sociale e personale.La dimensione «Affari e Lavoro» comprende 8 indicatori, che riportano informazioni sul mercato del lavoro (tasso di occupazione e disoccupazione distinti per sesso), sulla nati-mortalità aziendale, sull'importo dei protesti per abitante e sulla incidenza di startup e Pmi innovative. Bolzano e Bologna si piazzano, come nelle due passate edizioni, rispettivamente al primo e al secondo posto, a seguire Verona, Trieste e Padova. A chiudere la classifica Napoli.

La dimensione «Sicurezza sociale» ha subito alcune variazioni nell'impianto complessivo lo scorso anno. È stato eliminato il dato sui Neet, ovvero la percentuale di persone in età compresa tra 15 e 29 anni che non lavorano, non studiano e non aderiscono a programmi di formazione, in quanto non più prodotto dall'Istat. L'indicatore è sostituito dal tasso di inattività registrato tra i 25 e i 34 anni.

La provincia che quest'anno apre la classifica è Rovigo, seguita da Cremona, Bolzano, Cuneo e Milano. La provincia in coda è Taranto.La struttura di questa dimensione di analisi è stata modificata nel 2022, con l'eliminazione della densità demografica; la sostituzione del numero medio di componenti del nucleo familiare con il numero medio di figli per donna; l'inserimento di 5 nuovi indicatori, di cui 3 nella dimensione negativa (l'indice di dipendenza strutturale, l'indice di dipendenza degli anziani e l'indice di vecchiaia) e 2 nella dimensione positiva (la speranza di vita alla nascita e la speranza di vita a 65 anni).

L'inserimento dei nuovi indicatori ha un effetto profondo sulla composizione del gruppo di testa, da cui escono tutte le province dell'Italia meridionale e insulare che occupavano fino a due anni fa posizioni di vertice. Bolzano si conferma al primo posto, risultato che si ripete da dieci anni a questa parte. A seguire si classificano nel gruppo di testa Trento, Monza e della Brianza, Milano e Brescia.

A partire da quest'anno la dimensione «Turismo» comprende anche intrattenimento e cultura. Apre la classifica Bolzano, seguita da Rimini, Trieste, Roma e Verona. In ultima posizione Enna.













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