l’indagine

Pubblico impiego: in Trentino un quarto dei dipendenti è in part time

I numeri dell’Ispat: la retribuzione media (contratto delle autonomie locali) è di poco più di 33mila euro: inferiore a quella dei colleghi altoatesini



TRENTO. Guadagnano meno dei colleghi altoatesini ma anche meno dei colleghi delle altre regioni a statuto speciale. E se aumenta l’età media, sale anche la presenza di laureati.

Questi alcuni dati dell’indagine dell’Ispat, l’istituto di statistica della Provincia di Trento sul personale della pubblica amministrazione in Trento.

"Negli ultimi anni la dinamica del numero di occupati della Pubblica Amministrazione interrompe la fase di ridimensionamento iniziata a partire dagli anni Duemila come conseguenza delle politiche di contenimento della spesa pubblica adottate dal Governo nazionale. Pertanto a partire dal 2015 si assiste ad una sostanziale stabilizzazione della curva.

I 41.017 dipendenti sono per 36.584 unità appartenenti all’Amministrazione locale e per 4.433 all’Amministrazione centrale.

A livello locale – spiega l’Ispat –  il trend discendente si inverte a partire dal 2017 grazie alla ripresa delle assunzioni all’interno della Pubblica Amministrazione locale che compensa la dinamica regressiva registrata dal comparto dell’Amministrazione centrale che opera in Trentino.

L’incidenza del personale pubblico a tempo indeterminato sulla popolazione residente si conferma in Trentino più elevata, sia nei confronti della media delle regioni a statuto speciale (ma inferiore all’Alto Adige), sia nei confronti delle regioni a statuto ordinario.

Le differenze si giustificano in virtù delle maggiori competenze che sono state trasferite/delegate dallo Stato alle province autonome. Si tratta del personale della scuola, del personale forestale, dei vigili del fuoco e di altre figure specifiche, vale a dire di personale che nelle altre regioni afferisce di regola allo Stato.

Il costo medio del personale pubblico (dipendenti a tempo indeterminato e determinato), dopo essere stato sostanzialmente su livelli analoghi in Trentino e in Italia per quasi tutto il decennio, a partire dal 2017 registra una crescita meno sostenuta a livello locale rispetto al livello nazionale, dove invece cresce in modo consistente. 

La retribuzione media del personale a tempo indeterminato del contratto delle autonomie locali, senza quindi la parte contributiva a carico del datore di lavoro, si attesta nel 2019 in Trentino a 33.424 euro, un livello decisamente più contenuto rispetto al valore della retribuzione delle altre regioni a statuto speciale (36.561 euro) e, in particolare, dell’Alto Adige, territorio che si caratterizza per il valore più elevato (40.358 euro).

Più in generale, cioè considerando tutti i comparti contrattuali, il livello medio della retribuzione a livello nazionale si colloca nel 2019 a 36.782 euro, un valore ragguardevole che si giustifica con l’insieme estremamente eterogeneo delle categorie stipendiali in essere, all’interno delle quali rientrano anche contratti che presentano retribuzioni medie tradizionalmente elevate (magistratura, forze dell’ordine, sanità, enti pubblici non economici, enti di ricerca).

In termini di macro composizione, il Trentino vede ulteriormente ridurre l’incidenza della quota di dipendenti dell’Amministrazione centrale mentre cresce la componente dell’Amministrazione locale, come conseguenza del progressivo passaggio alla provincia di competenze statali”.

Personale che aumenta nel comparto sanità, in particolare delle Apsp e in quello scuola.

Con riferimento alla sola Amministrazione locale, in Trentino l’incidenza del personale con contratto a tempo determinato e, in generale, con una tipologia di lavoro flessibile supera il 13% e risulta nell’ultimo periodo in aumento rispetto al numero complessivo dei contratti a tempo indeterminato. Si arresta nel 2020 la crescita dell’utilizzo dell’orario a tempo parziale a cui ricorre il 26% del personale.

La tendenza all'invecchiamento del personale pubblico è confermata dall’incidenza degli over 54 anni che passa dal 25,3% nel 2016 al 32% nel 2020.

Migliora nel contempo ulteriormente il livello di scolarizzazione del personale: l’incidenza del personale laureato si attesta infatti al 42,8% nel 2020, quasi otto punti percentuali in più rispetto al 2016













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