Prestazioni sanitarie, Trentino da metà classifica
Emilia Romagna in testa, Alto Adige penultimo: la Fondazione Gimbe fotografa dieci anni di diseguaglianze regionali attraverso il monitoraggio dei Livelli sanitari di assistenza
TRENTO. Nell'erogazione delle prestazioni sanitarie che le Regioni devono garantire ai cittadini gratuitamente o attraverso il pagamento di un ticket, il Trentino si piazza a metà classifica mentre la Provincia di Bolzano si posiziona al penultimo posto, davanti solo alla Sardegna e dietro la Campania. Lo rileva la Fondazione Gimbe sulla base del report "Monitoraggio dei Livelli essenziali di assistenza" pubblicato, ogni anno, dal ministero della salute. Decima la Provincia di Trento in una classifica che vede in testa l’Emilia Romagna e nessuna regione del Sud tra le prime 10 (del Centro soltanto Marche e Umbria).
Nel decennio 2010-2019, riferisce Gimbe, la percentuale cumulativa degli adempimenti della Provincia di Bolzano ai Lea è del 57,6% (media Italia 75,7%). Ciò significa, commenta Gimbe, che "il 42,4% delle risorse assegnate alla Provincia nel periodo 2010-2019 non ha prodotto servizi per i cittadini, ponendosi sopra la media nazionale (24,3%)".
La Provincia di Trento, invece, con una percentuale cumulativa degli adempimenti del 78,8%, si posiziona decima. Il che significa che "il 21,2% delle risorse assegnate alla Provincia nel periodo 2010-2019 non ha prodotto servizi per i cittadini, ponendosi comunque sotto la media nazionale (24,3%)". Entrambe le Province autonome, sottolinea Gimbe, non sono sottoposte alla verifica degli adempimenti.
«Senza una nuova stagione di collaborazione tra Governo e Regioni e un radicale cambio di rotta per monitorare l’erogazione dei LEA – conclude il presidente di Gimbe, Nino Cartabellotta – diseguaglianze regionali e mobilità sanitaria continueranno a farla da padrone e il cap di residenza delle persone condizionerà il diritto alla tutela della salute. Una situazione che stride con i princìpi di equità e universalismo del Sistema sanitario nazionale, recentemente ribaditi dal Ministro Schillaci secondo cui è “prioritario il superamento delle diseguaglianze territoriali nell’offerta sanitaria” affinché “tutti i cittadini abbiano le stesse opportunità, indipendentemente da dove sono nati o risiedono e dal loro reddito”».