Lavoro

Allarme Cgil: «Tra 2020 e 2040 in Trentino si perderanno 25mila lavoratori»

A partire dalla ricerca di Confindustria, legata al mancato “match” tra domanda e offerta di lavoro, la riflessione del sindacato pone l’accento sia sulla creazione di un osservatorio sul mercato del lavoro, che sulla carenza di manodopera e le cause da cui deriva 
LO STUDIO Confindustria sulla difficoltà nel trovare lavoratori



TRENTO. "Conoscere le dinamiche del mercato del lavoro e le sue criticità è importante per costruire politiche del lavoro realmente efficaci. In tal senso la ricerca di Confindustria sul mismatch tra domanda e offerta è un utile strumento. E ci trova concordi anche la proposta di creare un osservatorio sul mercato del lavoro. In realtà questo strumento, richiesto anche dalle confederazioni sindacali, è stato inserito in legge con la Giunta Rossi. Non è, però, mai stato tradotto in concreto. È ora che il governo provinciale lo faccia, così come è tempo che dia attuazione agli Stati generali del lavoro nelle cui azioni, condivise, potrebbero trovare risposta diverse delle problematicità evidenziate dalle imprese nella difficoltà di reperimento delle risorse umane". Lo sottolinea in una nota il segretario generale della Cgil del Trentino Andrea Grosselli all'indomani della ricerca presentata da Confindustria Trento, che analizza il mismatch tra domanda e offerta di lavoro in Trentino.

"La carenza di manodopera, aggiunge Grosselli, è strettamente collegata alla crisi demografica”. "Ci piaccia o no - afferma il segretario della Cgil del Trentino - il numero di attivi sul mercato del lavoro è in progressivo calo per la riduzione dei giovani e l'invecchiamento della popolazione. Questa riduzione è già in atto: tra il 2020 e il 2040 il Trentino è destinato a perdere quasi 25mila potenziali lavoratrici e lavoratori, cioè almeno il 7% della manodopera attuale. La sfida demografica va affrontata con misure strutturali e senza inutili pregiudizi sul piano della gestione dell'immigrazione" insiste il segretario".

Esiste poi una questione salariale, sottolinea Grosselli in ultima battuta. "Anche a Confindustria ribadiamo allora che è tempo di superare stage e tirocini come prime forme di ingresso nel mercato del lavoro, favorendo invece contratti stabili anche potenziando ed estendendo alla formazione terziaria l'esperienza del sistema duale. Sul tema delle basse retribuzioni, vera emergenza nella nostra provincia, attendiamo ancora di conoscere le proposte della Giunta. Ad oggi abbiamo sentito solo proclami", conclude il segretario generale della Cgil del Trentino. 













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