Prenotazione vaccini, i sindacati del Trentino alla Provincia: “Cambiare organizzazione o la campagna è a rischio”
Cgil Cisl Uil con i sindacati dei pensionati: “Assurdo lasciare gli anziani in balia dell’incertezza con rischio di compromettere l’efficacia della campagna. Ci si attivi subito anche per avviare la somministrazione di Astrazeneca sugli under 55”
TRENTO. "Sui vaccini per gli anziani la Provincia e l’Azienda sanitaria devono cambiare organizzazione. E’ evidente che il metodo adottato fino a questo momento ha prodotto solo caos, mettendo moltissimi anziani, soprattutto quanti non hanno alle spalle dei familiari giovani, in una situazione di ansia e frustrazione”. Ne sono convinti Cgil Cisl Uil insieme ai sindacati dei pensionati, Spi, Fnp e Uil pensionati, anche alla luce dell’ennesimo blackout che si è verificato ieri poco dopo la riapertura delle prenotazioni.
“Prendere appuntamento è un’impresa titanica con questa organizzazione - fanno notare i segretari generali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti con Ruggero Purin, Tamara Lambiase e Claudio Luchini -. Anche chi ha la fortuna di fissare l’appuntamento scopre magari che per ricevere il vaccino deve spostarsi magari da Trento a Fiera di Primiero e per un anziano non sempre è fattibile. Ci chiediamo con quale criterio siano stati assegnati i quantitativi sui territori. Se si va avanti così si rischia di compromettere l’efficacia del vaccino ed è assurdo che il presidente Fugatti continui a difendere un sistema che non sta funzionando, invece di pretendere che i problemi trovino soluzione”.
I sindacati intervengono anche sul tema degli approvvigionamenti, suggerendo a Piazza Dante di muoversi nella direzione che pare vogliano seguire Veneto, Friuli Venezia Giulia e Emilia Romagna, cercando di verificare la possibilità di altre forniture, anche di vaccini diversi rispetti a quelli ad oggi arrivati in Italia, ovviamente sempre dopo l’approvazione di Ema e Aifa.
“In questa situazione in cui manca qualsiasi certezza sui tempi e i quantitativi c’è poi il paradosso delle dosi Astrazeneca arrivate in Trentino e non ancora usate. Vista la lentezza con cui procedono le decisioni romane sarebbe opportuno che la Giunta provinciale si assumesse le proprie responsabilità e avviasse subito la campagna sugli under 55, individuando le categorie da vaccinare. Se si aspetta che su tutto decida il Governo centrale, la Provincia cosa fa?”, concludono i sindacalisti.