“Zérni el nos”, un unico brand per rilanciare l’Alta Valsugana 

L’iniziativa. Presentato ieri il progetto che unisce gli esercenti di tutti gli ambiti della zona per incentivare i residenti a scegliere prodotti e rivenditori locali. «Il lockdown ci ha mostrato l’importanza dei piccoli negozi presenti sul territorio»


Paolo Silvestri


Pergine. Un marchio territoriale per rilanciare l’economia locale ed i consumi. “Zérni el nos”, ovvero scegliete ciò che il nostro territorio offre. Insomma, venite nei nostri negozi a spendere i vostri soldi. Un appello quasi più che un semplice marchio che Cassa Rurale Alta Valsugana ed esercenti dell’intera comunità, del Perginese, del Pinetano, dei laghi e della Vigolana, lanciano a chi vive in questa zona. «Perché far lavorare le nostre partite Iva – ha sottolineato quasi a voler riassumere proprio in chiusura il valore del progetto, Luigi Ochner – vuol dire sostenere sì la nostra economia, ma anche i nostri servizi. Il 70% dell’Iva che poi si versa nelle casse pubbliche rimane in Provincia e diventa servizi sanitari, scuole, strade. I giovani soprattutto, che usano il telefono per acquistare chissà dove online, devono capirlo». Spendere qua è spendere per tutti insomma.

Valori condivisi

«Abbiamo avviato il progetto un mesetto fa – spiega Massimo Tarter della Rurale -. Ci siamo confrontati in videoconferenza ed abbiamo definito un brand territoriale che faccia da supporto alle nostre imprese, esercenti, ma anche artigiani, al quale la Cassa Rurale dà supporto anche attraverso una app che a breve sarà attività ed arriverà ai nostri 40 mila tra soci e clienti che altri non sono se non i potenziali clienti di chi fa attività economica in Alta Valsugana. Un brand che andrà valorizzato e potenziato, ma soprattutto sostenuto». «Un sostegno che ci arriva per poter fare rete – spiega Nadia Delugan del Copi, i commercianti del centro di Pergine. Un brand che ci permetterà di presentare le nostre aziende, la nostra storia, le nostre proposte. Avremo un sito Internet, ma anche pagine “Zérni el nos” su Facebook, Instagram e Twitter. Durante l’emergenza Covid siamo stati bravi a portare i nostri prodotti a domicilio, ma ora è necessario fornire il valore aggiunto che si ha nel venire in negozio, nel trovare personale preparato che ti segue e consiglio. Credo ci sia un grande bisogno di normalità da parte di tutti». «C’è spazio per sviluppare anche l’e-commerce anche per i piccoli negozi – precisa Maurizio Zanei del Copi – ma il negozio può e deve avere proposte di qualità che altrove non puoi trovare»

Cuore e professionalità

Il denominatore comune sembra dunque essere il valore aggiunto chiamato in causa da Delugan. «Qualità e professionalità – sottolinea quindi l’esercente Claudia Zeni – sono quanto dobbiamo offrire. E’ un progetto che si basa sul cuore. Abbiamo riunito l’Alta Valsugana per sostenere l’economia perché così facendo si sostiene il territorio». Come dire: se noi lavoriamo si crea una catena che crea altro lavoro. «Serve una svolta culturale – sottolinea Walter Dorigatti di Copiné -. Ce lo ha insegnato l’emergenza. Va cambiata la cultura della spese. Non vi fossero stato i negozi nei vari paesi sarebbe stata dura per tutti. Ora è il momento di far rimanere la ricchezza sul territorio». «Sull’Altopiano di Piné – interviene quindi Piero Morelli di Copiné – il tema del sostegno al territorio lo stiamo promuovendo già da tempo. La sostenibilità territoriale per noi è un valore irrinunciabile». «Anche in Vigolana – interviene quindi Roberta Casagrande – abbiamo sviluppato da tempo il concetto di comunità con inviti tipo “scegli Vigolana». Servono amore e valori concreti per creare rete. In Vigolana grazie a questi concetti abbiamo avuto risposte positive. Con l’arrivo della App di questo nuovo progetto si potrà avere maggiore concretezza per tutti.

Mano tesa al territorio

La Rurale, oltre al progetto “Zérni el nos”, in questo tempo di emergenza sanitaria ed economica, ha messo in campo iniziative concrete. «Abbiamo concesso credito – spiegano dalla Cassa Alta Valsugana -. Siamo arrivati a oltre 1.600 tra moratorie e sospensione di mutui. E noi abbiamo 3.000 partite Iva tra i nostri clienti. Se contiamo che tra queste ci sono anche società sportive e associazioni varie, si fa facilmente il conto: abbiamo teso la mano a ben più del 50% delle nostre imprese locali».















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