«Un privilegio condividere la vita con un uomo onesto e generoso»
Bosentino. Ieri pomeriggio, il suono delle campane della chiesa parrocchiale di S. Giuseppe ha sollecitato tanti fedeli e amici, a dare l’ultimo saluto a Roberto Bonvecchio che un male incurabile lo...
Bosentino. Ieri pomeriggio, il suono delle campane della chiesa parrocchiale di S. Giuseppe ha sollecitato tanti fedeli e amici, a dare l’ultimo saluto a Roberto Bonvecchio che un male incurabile lo ha stroncato, la notte di giovedì, all’ospedale S. Chiara di Trento, a soli 47 anni. La salma del socio Aido e, una decina d’anni fa donatore di midollo osseo, è stata piantonata dai vigili del fuoco volontari e dagli alpini, suoi compagni di volontariato. La bara coperta da una composizione di fiori di montagna (la sua passione), cappello d’alpino e casco da vigile del fuoco, maglia della squadra Senza Freni e dalla sua immagine. Ha presieduto la celebrazione del funerale il parroco don Giorgio Gabos che, nell’omelia ha ricordato Roberto, sempre al lavoro nel volontariato e grande appassionato di montagna.
Il ricordo della moglie
Parole toccanti e dense di tenerezza quelle lette dalla moglie Roberta, direttrice del Consorzio Turistico della Vigolana, all’indirizzo di Roberto: «Sono stata fortunata. Ho conosciuto Roberto da giovane e mi ha subito colpito il suo essere davvero un bravo ragazzo. E negli anni non è cambiato, è rimasto tale, onesto e generoso, sempre pronto a dare una mano quando c’era bisogno. E’ stato un privilegio condividere la mia vita con lui, avere accanto una persona dal cuore così puro e onesto, un eterno bambino entusiasta della vita ma con la forza e la determinazione di un uomo. La vita di Roberto è stata troppo breve ma vissuta con passione, ogni giorno, in tutti questi anni non credo di averlo mai visto annoiato, anche quando stava qualche ora sul divano non era per noia ma per gustarsi un po’ di relax. Io e Roberto abbiamo vissuto in simbiosi ma senza dimenticare gli altri, era sempre disponibile e generoso, non ha mai chiesto se poteva dare una mano, quando c’era bisogno era già presente, preferiva le azioni a tante parole. I suoi occhi, sorridenti hanno illuminato non solo la mia vita, ma anche quella della sua famiglia, dei suoi amici e di chiunque ha avuto la fortuna di conoscerlo. Roberto era una persona speciale, e avrebbe meritato di godersi ancora pienamente la vita per tanto tempo». Roberta si è poi rivolta ai suoi amici vigili del fuoco chiedendo di continuare a portarlo con loro durante gli interventi e le manovre, così anche agli amici alpini durante le loro attività, e pure ai suoi amici sportivi ha chiesto di continuare a ricordarlo durante le corse perché «possa ancora vivere quella bella fatica e qui paesaggi meravigliosi». Ha poi esortato tutti quelli che lo hanno conosciuto, stimato e amato a «continuare a portare Roberto con loro vivendo appieno la vita ogni giorno con il cuore aperto». Un caro pensiero l’ha poi letto la presidente di Senza Freni Lorena Schneider. Il “Signore delle cime” intonato dalla Corale Madonna del Feles che ha accompagnato la messa, ha terminato la celebrazione. Alpini e pompieri hanno portato il feretro dalla chiesa verso la cremazione. G.M.