Un cammino iniziato con una mozione di Gaigher nel 2006
LEVICO TERME . La storia della fusione realizzata oggi è iniziata ufficialmente nel 2006 quando una mozione del consigliere comunale Giuliano Gaigher impegnava il sindaco con parole simili a quelle...
LEVICO TERME . La storia della fusione realizzata oggi è iniziata ufficialmente nel 2006 quando una mozione del consigliere comunale Giuliano Gaigher impegnava il sindaco con parole simili a quelle che nel 2017 sollecitavano a procedere «all’integrazione organizzativa dei servizi amministrativi dell’Apsp San Valentino e dell’Apsp Centro don Ziglio, in prospettiva della realizzazione di un polo unico di servizi, mediante la fusione dei due enti». In ottobre dello scorso anno è arrivato poi il disegno di legge di Luca Zeni sulla riforma del Welfare per gli anziani, una revisione del sistema di assistenza nel tentativo di valorizzare la rete di solidarietà con un percorso di accompagnamento della persona anziana e dei familiari, e che a detta di molti rappresenta un investimento nella rete sociale che comporta anche un corposo risparmio.
Ma nella storia di Levico c’è anche il testamento del barone Sordeau che l’11 febbraio 1960 lasciava a titolo di legato alla Charitas tridentina un ingente patrimonio con l’onere di far sorgere «una casa di riposo per persone anziane di sesso femminile e di condizione civile originaria». Un vincolo che, attualizzato, potrebbe significare il trasferimento di un discreto patrimonio alla Levico Curae, costituito da una casa colonica e un fondo rustico, più altri beni stimati intorno ai 7 milioni di euro. «Stiamo attendendo – dice il direttore Uez – proposte da parte della Fondazione Charitas, in ordine alla realizzazione di collaborazioni in attività e servizi che diano finalmente attuazione, almeno in parte, alle volontà testamentarie del barone». (f.z.)