Tuffo tra i ghiacci di Erdemolo
L’impresa. Una quindicina di coraggiosi giunti dal Trentino e dal Nord Italia sono partiti a piedi da Frotten e dopo alcuni esercizi di yoga propedeutici ai bagni freddi sono entrati nell’acqua del lago che in quel momento segnava appena 0,4°
Valle dei mocheni. «Un tuffo dove l'acqua è più blu», cantava Battisti. E proseguiva: «ma che disperazione...». Se sopra ci sta il ghiaccio, aggiungiamo noi. Ma alcuni temerari proprio non si sono disperati e sabato scorso, primo giugno, hanno fatto un tuffo dove l’acqua è più... gelida. In quella del lago di Erdemolo, duemila metri di quota in cima alla valle dei Mocheni. In verità un po’ di disperazione c’era stata. L’idea, decisamente fuori dagli schemi, era nata tempo fa e nessuno pensava al lago ancora ghiacciato in giugno. A raccontarcelo è Massimo Ruzzenenti, 50enne trentino di nascita e perginese per scelta (vive a San Vito) tra i promotori della “fresca” iniziativa.
La nascita dell’impresa
«Sull'entusiasmo del primo workshop sul Metodo Wim Hof in Trentino, svoltosi ad aprile al Lago di Caldonazzo - ci spiega Ruzzenenti - era nata in breve l'idea di effettuare un secondo evento sul nostro territorio, ma questa volta in una location assai più suggestiva: il meraviglioso specchio d'acqua del lago di Erdemolo in valle dei Mocheni. Quando fu fissata la data del primo giugno, certo nessuno poteva immaginare che si sarebbe andati incontro al maggio più freddo a memoria d'uomo, con continue e repentine nevicate in montagna, lasciando quelle quote in versione assai poco estiva per la stagione».
Ruzzenenti, non nuovo a imprese di questo tipo (si era tuffato anche tra i ghiacci del lago della Serraia) e Paolo Sturiale, unico istruttore italiano del WHM, visto l'entusiasmo comunque cresciuto intorno all'evento, hanno optato per confermarlo nonostante le condizione pressoché invernali.
La spedizione verso il lago
Il gruppo, costituito da una quindicina di persone provenienti da svariate località del Nord Italia, è partito da Frotten a metà mattinata per poi fermarsi sui prati assolati vicino alla Miniera dove si sono intrattenuti per effettuare pratiche yoga propedeutiche ai bagni freddi quali posture, respirazioni e concentrazione mentale. Una volta terminati gli esercizi la comitiva è ripartita alla volta del lago seguendo le indicazioni impartite dall'istruttore di respirare solo con il naso e simulare la camminata in alta quota in carenza di ossigeno. Arrivati al Lago, dopo aver camminato per circa metà tragitto sulla neve, lo scenario che ci si ritrova dinanzi è di quelli che toglie il fiato: l'Erdemolo è ancora completamente ricoperto di ghiaccio e regala colori magici che ricordano scenari decisamente più nordici. «Qui comincia una lunga ed intensa pratica di respirazione necessaria per predisporre corpo e mente a sopportare il contatto con le gelide acque alpine - spiega Ruzzenenti -. Nonostante una temperature dell'acqua rilevata di 0,4°, l'assenza del sole che avrebbe dato almeno un po' di conforto e calore, tutti i partecipanti, dai più esperti, ai totalmente neofiti - si sono cimentati con l'immersione nell'acqua gelida facendosi spazio nel ghiaccio». Il gruppo è poi sceso a valle facendo tappa sui prati vicino a Maso Lenzi per riposarsi e rifocillarsi dopo le fatiche glaciali.