Test sierologici in arrivo per 120 volontari levicensi

Levico terme. Levico Terme è stata colpita pesantemente dal coronavirus con diversi focolai nel centro termale più localizzati nelle strutture che ospitano anziani e disabili dove si sono registrati...



Levico terme. Levico Terme è stata colpita pesantemente dal coronavirus con diversi focolai nel centro termale più localizzati nelle strutture che ospitano anziani e disabili dove si sono registrati anche quattro decessi. Adesso che il numero dei contagi è diminuito, sta per scattare uno screening per individuare gli anticorpi del Covid-19 come ha anticipato l’assessore alla Salute Patrick Arcais.

«Vogliamo tenere alta l’attenzione perché riaprire non significa di aver sconfitto il virus. Il Comune di Levico Terme è stato inserito in un progetto di sorveglianza avviato dall’Azienda provinciale per i servizi sanitari in accordo con la Provincia e la supervisione dell’Istituto superiore di sanità per sottoporre alcuni cittadini a test sierologici. Circa 120 levicensi, su base volontaria, nei prossimi giorni riceveranno una comunicazione e subito dopo potranno sottoporsi al test con il prelievo del sangue».

Lo screening gratuito di massa sugli abitanti di Levico, come ha giustamente sottolineato l’assessore Arcais, non è obbligatorio ma l’invito a sottoporsi al test va accolto con massimo senso di responsabilità essendo anche un’azione che va a tutelare la salute pubblica visto che l’esperimento servirà a individuare nei soggetti gli anticorpi Igm e Igg.

Arcais intanto fa sapere che l’amministrazione ha provato anche la strada dei propri test sierologici, quelli rapidi ma è andata male.

«Volevamo sin da subito individuare un qualcosa che certificasse lo stato di salute dei nostri cittadini - sottolinea Arcais -. Con l’aiuto di medici di base e farmacisti abbiamo redatto e successivamente presentato all’Azienda sanitaria trentina un progetto ben strutturato che prevedeva l'acquistato dei test sierologici. Nonostante avessimo previsto di eseguire i test in stretta collaborazione con la struttura sanitaria pubblica, purtroppo Antonio Ferro, direttore del Dipartimento di prevenzione dell'Azienda sanitaria, ci ha stoppati sostenendo che non sarebbe stata riconosciuta la validità di questo screening rapido atto a individuare i soggetti asintomatici. Pazienza era un bel lavoro, ma non ci siamo fermati. Con FuturPharma stiamo avviando un piano B che risponde a determinate caratteristiche. Speriamo che l’Azienda sanitaria stavolta approvi questa seconda iniziativa», conclude l’assessore Arcais. B.C.

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