Stet pronta a unirsi a Set acquistando le sue azioni 

La presidente Manuela Seraglio Forti: «In questo modo aumenterebbero gli utili a favore delle casse comunali di Pergine e dei Comuni soci della nostra azienda»


di Roberto Gerola


PERGINE. Stet spa “perderà” prima la gestione del gas metano (a breve termine) e poi anche l’erogazione dell’energia elettrica. In capo alla società che vede Pergine maggior azionista con il 74% per cento, rimangono: ciclo completo dell’acqua e quindi rete idrica e fognatura, teleriscaldamento, illuminazione pubblicazione, produzione di energia elettrica con le centrali esistenti e impianti fotovoltaici.

Qualche giorno fa, ci era giunta una lettera da parte di un dipendente di Stet che mostrava una sorta di preoccupazione per il futuro come dipendente appunto di Stet chiedendo lumi in proposito. Così abbiamo interpellato la presidente di Stet spa, l’ingegner Manuela Forti Seraglio.

Era stata appunto lei a parlare qualche mese fa in sede consiliare in merito a una Stet che si sarebbe dovuta privare dell’erogazione di questi due settori, gas ed elettricità, in rispetto delle nuove norme a livello nazionale che prevedono una nuova organizzazione delle rete di distribuzione.

Presidente, cosa succederà in Stet?

Da quel primo annuncio abbiamo compiuto qualche passo avanti su incarico della conferenza dei sindaci soci. Nel senso che si dovrà provvedere secondo le nuove norme. Per il gas, è presto detto, entro il 31 dicembre prossimo, la Provincia dovrà emettere un bando per individuare il nuovo gestore delle rete di distribuzione a livello Trentino. Probabile sia una gara europea. Per il settore elettrico c’è tempo fino al 2029. Anche in questo caso ci sarà un unico operatore.

Come vi siete mossi?

Su mandato dell’assemblea dei soci abbiamo studiato il lato tecnico, producendo tre possibili scenari. Il tutto è nato dal fatto che se il valore di Stet si aggirava sui 15/20 milioni di euro, ora dopo le nuove ipotesi di un unico operatore, il valore si è ridotto a 5 milioni. Da qui la necessità di fare qualcosa. Tre gli scenari individuati: lasciare le cose così come sono; unirsi a Set; rilevare Set. Il discorso si fa particolarmente tecnico anche perché le valutazioni delle singole opzioni vengono effettuate con particolari studi piuttosto complessi dove entra in gioco il cosiddetto “Swot”, un metodo che analizza punti di forza e di debolezza, fattori esterni, opportunità. In poche parole si tratta dei cosiddetti pro e contro.

Quale è la scelta tecnica?

Abbiamo scartato dal punto di vista tecnico la prima e la terza ipotesi: lasciare le cose così come sono non conviene a nessuno (prima ipotesi); rilevare le reti di Set sarebbe troppo onerosi (seconda ipotesi): Si parlerebbe di 14 milioni di euro quindi l’operazione sarebbe finanziariamente insostenibile. La strada tecnicamente possibile sarebbe quella di unirsi a Set, acquistando le sue azioni. Attualmente abbiamo il 2% delle quote di Set che ci rendono un utile di 135.000 euro all’anno. Se ci uniamo, la quota di Set in nostro possessore aumenterebbe notevolmente e conseguentemente anche l’utile a favore delle casse comunali di Pergine e di tutti i Comuni soci. E soprattutto avremo più voce in capitolo (anche se non avremo la maggioranza) sulla governante di Set.

In conclusione?

Potenzieremo il settore acqua per il quale abbiamo già alcune buone realtà in Valsugana; abbiamo l’illuminazione pubblica e il teleriscaldamento che stiamo promuovendo.

E i dipendenti?

Non ci sono problemi per loro. Tutte le nostre mosse sono state comunicate. Passeranno a Set senza alcuna difficoltà. Con loro ho sempre avuto un rapporto trasparente.

La decisione finale, a questo punto, è solo politica. A Pergine più che altrove.

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