Spiaggia libera, distanze sociali messe a rischio 

Levico Terme. Lo scorso fine settimana il prato del Parco Segantini era simile alla Boulders Beach l’affollata spiaggia dei pinguini in Sudafrica. Tommaso Acler: «Manca la necessaria sorveglianza» 


Franco Zadra


Levico terme. Uno tra i più affezionati levicensi residenti all'estero, quest'anno purtroppo trattenuto in Sudafrica per il lockdawn, è Diego Zotta, il quale è solito trascorrere i mesi estivi nella sua città natale, dove fa anche parte del coro Pio X del maestro Enrico Avancini. A lui forse verrebbe spontaneo l'accostamento tra le immagini della spiaggia libera del nostro lago in questi ultimi weekend e la Boulders Beach, la cosiddetta spiaggia dei pinguini, famosa per la colonia di simpatici pennuti che solitamente l'affolla.

«Ma non siamo in Sudafrica – dice Tommaso Acler, capogruppo di Impegno per Levico in Consiglio comunale – e i turisti mordiefuggi che affollano la spiaggia libera non sono pinguini».

Turismo mordi e fuggi

Il problema della mancata osservanza del distanziamento sociale nelle domeniche levicensi al lago è pensiero condiviso da un gran numero di commentatori social che fin dalle avvisaglie primaverili non si sono risparmiati in critiche e mugugni, ma per Acler si tratterebbe di impostare una nuova “politica turistica”.

«Il lago – dice Acler – con il suo parco pubblico reso ancora più bello dalla recente riqualificazione, è un “non luogo” dove manca la giusta sorveglianza, una sorta di zona d'ombra del paese con episodi di devianza serali, preoccupazione costante degli operatori turistici. Con il Coronavirus ai soliti disagi si aggiunge il mancato rispetto della distanza sociale, ponendo innanzitutto una problematica sanitaria, ma evidenziando il fatto che, mentre le spiagge private, come i bar, gli alberghi, ecc., hanno dovuto adeguarsi, il Comune di Levico non dà il buon esempio. Altre località, anche in Trentino, hanno fatto del rispetto delle norme anti covid un vantaggio per una offerta turistica di qualità, noi non abbiamo fatto nulla, a parte qualche cartello di avviso in più. Non ci sono gli Stuart, né un controllo adeguato del territorio da parte della polizia locale, non si vedono spesso nemmeno i volontari per l'ambiente. Per la crisi economica in atto e che si prospetta, è prevedibile che la gente non andrà al mare e si riverserà sulle spiagge dei laghi, senza fare più neppure i weekend, ma riducendosi a la domenica al lago. Per la nostra spiaggia libera, ciò significa difficoltà nel mantenere il distanziamento sociale, viabilità intasata, parcheggi stracolmi, rifiuti abbandonati, e quant'altro. Una problematica denunciata qualche mese fa dal mio gruppo in consiglio comunale. Ora chiediamo da subito un rafforzamento delle operazioni di controllo, ma anche, sulla spinta delle osservazioni dei nostri operatori economici, chiediamo il passaggio a una clientela diversa. Con il turismo mordiefuggi non abbiamo alcun valore aggiunto, se non soltanto dei problemi. Dobbiamo riuscire a vendere il lago per un turismo diverso, con una serie di politiche selettive, aumentando solo per i turisti, per esempio, la tariffa di parcheggio, o contingentando gli ingressi. Quale indotto hanno procurato le migliaia di persone che domenica scorsa affollavano la spiaggia libera? A giudicare dall'età delle macchine parcheggiate, immagino poco. Levico merita un turismo diverso».

Problema controlli

I volontari per l'ambiente come anche i bagnini di Spiagge sicure, secondo Acler, sono in difficoltà a sostenere il grande carico antropico della spiaggia che si presenta nelle domeniche di sole. «Non abbiamo bisogno – conclude Acler – di quel turismo che si porta appresso panini e thermos di caffè. Dobbiamo far passare la nostra città come un luogo ad alto livello ambientale, far rispettare le regole, e offrire quella grande qualità possibile solo se non abbiamo una invasione di orde turistiche delle quali ne fanno la spesa i cittadini di Levico e i turisti che hanno pagato una camera in riva al lago».













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