Schianti, l’Asuc “piazza” cinque lotti di legname 

Panarotta e Monte Orno. Tre già venduti all’asta a due ditte locali, prezzo tra i 23 e i 24 euro  al metro cubo, altri due lo saranno presto a trattativa privata: il totale è di oltre 13 mila metri cubi


ROBERTO GEROLA


PERGINE. Cinque lotti di boschi colpiti dalla furia del vento a fine ottobre sulla Panarotta - Monte Orno per un totale di oltre 13 mila mc troveranno la strada della segheria e quindi della lavorazione. L’obiettivo è stato raggiunto dall’Asuc Pergine con il presidente Roberto Filippi per il quale sta finendo probabilmente l’ultimo mandato. Anche la Panarotta e il Monte Orno (più noto come Montagna Granda) fanno parte delle vaste aree coinvolte dalla calamità e i boschi sono per la quasi totalità (a parte il versante di Vignola Falesina) dell’Asuc Pergine.

I cinque lotti formati

Come altri enti e consorzi l’Asuc Pergine si è data subito da fare per recuperare in qualche modo le aree di schianti delimitando, d’accordo con la Forestale, cinque lotti. «Tre sono già stati venduti» ha detto ieri Roberto Filippi, e altri due lo saranno presto (a trattativa privata). I tre venduti all’asta sono denominati “Semperspitz”, “Malga” e Busa Grande” “. Prendono il nome dalla collocazione: Semperspitz poco oltre la stazione sciistica della Panarotta, “Malga” a valle della Malga Montagna Granda e “Busa Grande” nelle dirette vicinanze del Forte austroungarico a circa un km dal Compet. La ditta di Claudio Fedrizzi si è aggiudicata il lotto “Semperspitz” (3.500 mc), mentre la ditta Luigi Gandini ha ottenuto “Malga” (3.200 mc) e “Busa Grande”(1.000 mc). Per arrivare a recuperare quest’ultimo lotto occorre liberare la strada dagli schianti. L’impegno è a carico della ditta. «Sottolineo che sono entrambe ditte locali - aggiunge Filippi - con le quali abbiamo spuntato un prezzo tra i 23 e i 24 euro al mc, tenendo conto del fatto che le piante sono in parte di larice, più pregiato, e di abete. Un altro aspetto da tenere in considerazione riguarda la quantità. È stata calcolata “sulla carta” e la stima andrà sicuramente corretta, probabilmente al rialzo, una volta recuperato e misurato il legname. Gli altri due lotti saranno assegnati a trattativa privata: sono “Piabolt”, un po’ a valle dei Compi, e “Val Repar”, verso Vignola. Il primo è di 3.550 mc, il secondo di 3.000 mc. Registriamo interesse per questi due lotti. Ci sono poi le ramaglie da legna - aggiunge - e i lavori partiranno a giugno». Infine, Filippi lancia un appello: «Consiglio ai “volontari” di lasciar perdere gli interventi in proprio; ci vuole gente esperta e soprattutto adeguate attrezzature, che il privato non ha, per evitare infortuni».

Le Asuc cambiano pelle. Roberto Filippi è nella direzione provinciale dell’Associazione delle Asuc trentine come delegato dell’Alta Valsugana e Valle dei Mòcheni. «Le Asuc e gli enti simili come Regole e Consorzi saranno privatizzati - dice - perché la Provincia recepirà la legge nazionale. L’Asuc rimane ente pubblico, ma avrà una gestione privata con enormi benefici dal punto di vista burocratico. Ne stiamo parlando in questi giorni con l’assessore provinciale Mattia Gottardi per definire alcuni aspetti e tra questi anche il problema del quorum».

Filippi lascia l’incarico. Con ogni probabilità, Roberto Filippi lascerà l’incarico di presidente in maggio. Fra un paio di mesi, saranno convocate le elezioni del nuovo Comitato Asuc Pergine in quanto termina il mandato di cinque anni. «Non sono previsti limiti di mandato - dice Filippi - ma dopo tre mandati, cioè 15 anni, meglio cambiare. Vedremo di trovare un candidato e, se lo troveremo, per quanto mi riguarda mi riproporrò come consigliere, per dare continuità nell’azione relativa agli schianti e nella modifica dello “status” delle Asuc. Il momento è abbastanza delicato».

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