Produttori a confronto sul futuro della castagna 

L’evento a Pergine. Si è aperto ieri e proseguirà fino a venerdì “Castanea”, convegno nazionale che ha portato in città operatori, esperti, associazioni e cooperative per fare il punto sul settore


ROBERTO GEROLA


Pergine. E’ stata aperta con l’operazione ascolto delle associazioni che sai occupano dell’attività castanicola, la edizione di 7ª “Castanea”, convegno nazionale del castagno organizzato da Fondazione Edmund Mach e Provincia con numerosi partner. Da ieri sera fino venerdì sera sarà un susseguirsi di interventi tutti d’alto livello scientifico che nello specifico verterà oltre che sul castagno anche sull’ambiente e sull’innovazione.

Il primo confronto

Il primo approccio ieri pomeriggio nella sala espositiva interrata del teatro comunale con circa 150 presenti tra relatori, operatori, responsabili di associazioni e cooperative che occupano del settore; ma anche curiosi e interessati. Dopo i saluti istituzionali, su tutti ha parlato l’assessore comunale Sergio Paoli, la breve introduzione del moderatore Roberto Zalambani (giornalista di settore) che ha sottolineato l’importanza delle adesioni pervenute da parte degli operatori e della loro sensibilità a proposito della castanicoltura «che va bel oltre quella dei politici», ha detto. Interventi istituzionali anche da parte della Fem. La parola è quindi passata ai rappresentanti di associazioni, cooperative, consorzi provenienti non solo dal Trentino – Alto Adige, ma anche da varie altre regioni, dove la castanicoltura rappresenta un comparto importante per l’economia. E’ stata una “passerella” molto significativa che ha dato testimonianza di come si operi sul territorio nazionale. Per il Trentino Alto Adige, erano presenti “Castione” di Brentonico, “Alto Adige”, Cooperativa regionale Trentino – Alto Adige e Associazione tutela castagno del Chiese. Ma appunto anche da altre zone: Varesotto, Monte Amiata, Feltrino, Nomaglio (Torino), Garfagnana, Levante Lucchesia, Emilia-Romagna, Lessina eccetera.

La castagna in Valsugana

In oltre due ore, si è avuto un panorama eloquente dell’attività castanicola. Ovvio l’interesse per la Valsugana, con Stefano Pradi (presidente della Coop regionale Castanicoltori) a illustrare la situazione. «Qualche danno, ma non più di tanto, alle zone coltivate a castagno, a seguito del nubifragio di fine ottobre», ha detto, per poi esaminare la produzione del 2018 che ha qualificato «buona». Parlando dell’attività in valle, Stefano Pradi l’ha definitiva «molto attiva», anche se c’è il problema del rinnovamento. «L’attività è in mano soprattutto ai non più giovani - ha detto - perché è un’attività tipica della maturità, perché occorre pazienza: in Valsugana ci sono molte iniziative di promozione, aree coltivate a castagno, interesse e passione». Commentando l’iniziativa di “Castanea” in Trentino e a Pergine in particolare, Pradi ha affermato che «si tratta indubbiamente di un forte riconoscimento al Trentino, alla Valsugana e a Pergine, ma anche un messaggio che dà fiducia all’attività e quindi gratificante». In Valsugana, a metà ottobre, sono ormai anni che viene proposto un “circuito” sponsorizzato anche dall’Apt che coinvolge centro abitati come Pergine, Centa, Roncegno.

Oggi il convegno si sposta nell’aula magna del “Curie” con i lavori veri e propri con gli esperti che parleranno di “innovazione e tradizione”, ma anche “multifunzionalità e servizi eco sistemici”, di “impianto e gestione agronomica del castagneto”, di “difesa fitosanitaria”.

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