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Piné, gli anziani tornano in pellegrinaggio. Tisi e l’11 settembre: “La violenza non si combatte con la violenza”

Oltre 300 fedeli al santuario della Comparsa. Il vescovo: “Un afgano vale come ognuno di noi”


Claudio Libera


PINE’. Dopo un anno di attesa, finalmente il pellegrinaggio degli anziani della Diocesi di Trento, al Santuario della Comparsa di Piné, si è potuto svolgere in un 11 settembre carico di dolorosi ricordi. L'arcivescovo don Lauro Tisi ha concelebrato il rito dinanzi ad oltre 300 fedeli giunti sull'altopiano con vari pullman e diverse auto private. "La violenza - ha detto don Lauro - non si risolve con la violenza e questi 20 anni ce lo hanno insegnato. Ed ogni uomo vale come un altro, un afgano vale come ognuno di noi, italiano, americano o altro che sia" .

“Essere qui è una fortuna”, ha aggiunto don Lauro, ed il pensiero è subito andato ai tanti che la pandemia ha strappato agli affetti, alle amicizie, al lavoro ed alla comunità che così è più povera.

Sulle note del Coro di Santa Giuliana di Levico il rito è proseguito mentre il sole iniziava a riscaldare il grande prato.

All'omelia il vescovo ha parlato di algoritmi, di chi cerca di seguire solo le notizie che fanno piacere o comodo, spiegando che, invece, il seguire il Cristo significa che solo chi ama vive e chi odia va solo verso la morte. Dalle grandi economie alle grandi politiche del mondo che sono aridità perché fatte solo per l'interesse nella ricerca del proprio interesse e del proprio spazio. Ed il veleno deriva dall'ebrezza dell'io, io che sembra imparare in un mondo sempre più arido. "Male non fare, paura non avere" il detto dei nostri anziani che dovrebbe essere la nostra linea guida.

Comparsa, torna dopo il Covid il pellegrinaggio al santuario

E' tornato quest'anno il pellegrinaggio degli anziani al santuario della Comparsa, a Piné, dopo l'edizione saltata a causa della pandemia. Oltre 300 fedeli oggi sono saliti a Montagnaga con il vescovo Lauro Tisi, nell'anniversario dell'11 settembre. LE FOTO

"Non seguo più i telegiornali perché sono stufo di liti, di beghe, di gente che urla - ha detto il vescovo Tisi - purtroppo la gente incomincia a insultarsi nelle riunioni di condominio, figurarsi nelle grandi emergenze dell'umanità". 

Al momento dell'offertorio sono stati portati all'altare i frutti della nostra terra, Terra – il messaggio che arriva dal pellegrinaggio – che va difesa, protetta, mai maltrattata, perché è da essa che traiano la sostanza per vivere e soprattutto è l'unica che abbiamo e che dobbiamo lasciare ai nostri figli.

 













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