«Pergine Festival in autunno con un assaggio a metà estate» 

Il futuro della rassegna. La direttrice artistica Esperanza Tommasini: «Certamente non potremo rispettare  la programmazione iniziale: siamo in attesa dei protocolli di carattere nazionale e provinciale per capire come muoverci»


Gianluca Filippi


Pergine. Quest’anno Pergine Festival celebra la sua 45esima edizione. Meglio: avrebbe dovuto celebrare la 45esima edizione. Meglio ancora (con un pizzico di ottimismo): celebrerà la 45esima edizione. Non siamo stati chiari? Beh, è lo stesso stato d’animo di incertezza che vive Pergine Spettacolo Aperto, l’associazione che da 5 decenni allestisce lo storico festival perginese. Inizialmente in programma dal 3 al 18 luglio, la kermesse è stata ovviamente rinviata. Anzi, rivista, come ci raccontano Carla Esperanza Tommasini (direttrice artistica) e Ugo Baldessari (delegato dal Cda al coordinamento dell’attività).

Luglio è alle porte. Che succederà al festival?

Esperanza Tommasini: Certamente non potremmo rispettare la programmazione iniziale. L’intenzione è di fare una pennellata distribuita tra la seconda metà di luglio e la prima di agosto, per poi spostare il vero festival alla fine di ottobre.

Come vi state muovendo in questa fase?

E.T.: Purtroppo c’è una grande incertezza, perché al momento vi sono regole generiche che dovrebbero applicare nella stessa maniera sia le arene che le filodrammatiche amatoriali. Che vorrebbe dire persone solo sedute, posti numerati, misurazione della temperatura, distanza di sicurezza…. Una situazione quasi impraticabile. Siamo in attesa dei protocolli di carattere nazionale e provinciale, auspicando che tengano conto delle diverse fattispecie.

Pergine Festival ha sempre avuto un’inclinazione internazionale. Ci sarà un ridimensionamento?

E.T.: Siamo impegnati in una riprogrammazione costante a seconda degli elementi di novità con cui ci confrontiamo. Bisognerà tenere conto di se e come si potranno muovere gli artisti, di quanti potranno stare su uno stage, di cosa riusciranno a realizzare. E’ probabile che anche il mondo della produzione cambierà pelle e si adatterà.

Pergine Spettacolo Aperto è un’impresa culturale e come tutte le imprese in questo momento sta soffrendo. Che succederà all’azienda PSA?

Ugo Baldessari: Vedo un rischio di carattere generale, perché il nostro settore è stato lasciato all’ultimo posto nella gestione dell’emergenza. Al momento non è stato fatto ancora niente, ad esclusione di qualche documento interlocutorio. Realtà come la nostra sono sempre state strumenti delegati dalla Provincia e dal Comune all’esercizio della cultura sul territorio. Ed è naturale che la nostra attività dipenda per buona parte dalle sovvenzioni pubbliche. Il ridimensionamento che ne seguirà purtroppo finirà per colpire soprattutto il mondo della cultura. Ancora una volta.

Se questo succederà come vi muoverete?

U.,B.: Da qualche tempo PSA ha avviato una fase di riorganizzazione per rendere la gestione e l’attività sempre più professionale. E’ chiaro che tutto questo ha dei costi che dovranno essere finanziati, magari attraverso la ricerca di nuove sponsorizzazioni e diversificazione delle entrate. Quello che ci preoccupa in questo momento è proprio l’equilibrio finanziario. Ad un mese e mezzo dall’ipotetico avvio del festival non abbiamo ancora la certezza dei finanziamenti da parte degli enti pubblici. E’ difficile fare programmazione in questo modo.

A proposito di enti pubblici, con il Comune di Pergine avete parlato?

E.T.: Certamente. Abbiamo cercato dei momenti di confronto per capire quali fossero le strategie per la gestione degli eventi nei prossimi mesi, ma a differenza di quanto sta succedendo a Trento e Rovereto, qui ancora non si è aperto alcun tavolo con gli operatori culturali. C’è un po’ di disinteresse sulle scelte di gestione degli spazi e degli eventi per l’estate.

La crisi ha provocato una generale familiarizzazione con le nuove tecnologie. Vedete un futuro applicato all’attività artistica come la vostra?

E.T.: Ci ha senza dubbio aperto alla sperimentazione. Difficile pensare allo streaming per un’attività come la nostra, però esperienze laboratoriali, residenze digitali e workshop potrebbero prestarsi a qualche riflessione in tal senso. Sbagliato sarebbe escludere queste possibilità a priori.

Pergine Festival festeggerà anche la 46esima edizione?

U.B.: Noi non molliamo, ma senza il sostegno pubblico non potremmo sopravvivere.













Scuola & Ricerca

In primo piano