Patrick Titta, boscaiolo di professione a 23 anni: “Ho realizzato il sogno della mia vita”
Il giovane di Baselga di Piné: “Ho iniziato con quello che potevo permettermi: una semplice motosega”
BASELGA DI PINE’. “La passione prima ha messo le radici, poi è cresciuta proprio come fa una pianta e finalmente è diventato il lavoro della mia vita”. Patrick Titta, 23 anni, racconta così com’è nata la sua “voglia” di fare il boscaiolo. Ma non solo, anche quella di usare delle macchine agricole e escavatori. Un’idea fissa che gli ha fatto lasciare l'Ipia di Villazzano al terzo anno per andare a fare l'operaio da un suo amico: “Un’esperienza fondamentale perché mi ha insegnato i trucchi del mestiere e tutte le fasi di abbattimento di un albero, mi ha permesso di vivere il bosco di capire direttamente cosa vuol dire fare il boscaiolo”.
E’ stata l'ultima spinta perché un anno fa, Patrick Titta si è deciso ed ha aperto la Partita Iva, acquistando la sua prima motosega: “Troppo giovane per acquistare macchinari economicamente più impegnativi”, sufficiente però per cominciare a lavorare. Patrick oggi lavora conto terzi, ha clienti propri ed ha realizzato il suo sogno: il bosco e gli alberi sono diventati la sua vita con la soddisfazione di aver realizzato un desiderio che avevo sin da bambino.
"Ho girato i boschi del Trentino, ho imparato la fatturazione degli alberi (la preparazione per essere esboscate e poi caricate sui camion per essere portati in segheria), ho conosciuto tante persone ed ormai il bosco è diventata la mia vita. Non ho orari e si lavora ad oltranza, cioè fino a quando si ha la forza di andare avanti, torno a casa sfinito ma felice”.
Da otto anni Patrick vive a Baselga di Piné, ha la ragazza che lo supporta: “Quando usciamo le racconto tutto quello che ho fatto e se nel fine settimana si va al centro commerciale o al lago, non vedo l’ora di tornare nel bosco”.
Gli alberi però sono anche “abitati”: prima di abbatterli fate una verifica che non ci siano nidi o tane? “Certo, prima di essere tagliato si analizza il suo stato e si taglia solo dopo essere certi che tutto sia regolare. In più interveniamo solo su quelli martellati dalla Forestale che li segna col simbolo del Comune”.
Dal suo punto di vista, quella del Bostrico è una battaglia persa? “Ci vorrebbe una capillare azione di monitoraggio, tagliare tempestivamente gli alberi ammalati creando una corona protettiva attorno a quelli sani. In sintesi si dovrebbe essere più veloci del parassita”.
Non solo è riuscito a realizzare un sogno, ma anche a fare il lavoro che le piace ed a 23 anni non è davvero poco: che consiglio si sente di dare ai tanti giovani che sono ancora alla ricerca di uno sbocco lavorativo?
“Pensare che nulla è impossibile e che per cominciare non servono grandi investimenti. Ho iniziato con quello che potevo permettermi: una semplice motosega”.