Nogaré, la gita con la moto nuova finisce con un volo nella scarpata: perdono la vita un uomo di Pergine e la figlia tredicenne
Il mezzo è finito fuori strada in curva. Vittime Sandro ed Elisa Prada. Nessun testimone dello schianto e nessuna traccia di frenata: la madre della ragazza localizza il luogo grazie al Gps del suo smartphone
NOGARE’. La ragazzina cinge sicura la vita del papà. Lui si è appena comprato la motocicletta nuova, una Motron motard X 125, e questa è una delle prime gite per provarla. Ha voluto condividere l’esperienza con lei: sono partiti da casa, a Pergine, alle 4 e mezza del pomeriggio e ora stanno scendendo a valle dall’altopiano di Piné.
Curva a gomito a valle del bivio per San Mauro: chi vive o frequenta l’altopiano la conosce bene, va affrontata con cautela, in seconda, per non mettere a dura prova i freni.
Ma lui, il papà, non frena. Sandro Prada, 51 anni, perde il controllo della moto, che va avanti diritta, come su un rettilineo invisibile, invade la corsia opposta e vola nel bosco.
L’abbraccio sicuro della ragazzina, Elisa, 13 anni, si scioglie in quel momento: nessuno potrà dire quando, perché non ci sono testimoni. Dopo il rombo e lo schianto torna subito il silenzio.
Sulla strada non c’è traccia di quanto accaduto: nessuna strisciata di gomme. I carabinieri diranno poi che le ipotesi sono due: o un malore o la velocità e, forse, lo spavento di una manovra calcolata male che ha impedito al centauro di tirare la leva del freno. Forse anche la poca conoscenza della moto... Domande che non troveranno mai risposta. Come non risponde più nessuno, in quel silenzio imprevisto e improvviso, al cellulare di padre e figlia.
La moglie dell’uomo, e madre della ragazzina, prova invano a mettersi in contatto con loro: non ha più notizie da quando sono usciti dal garage di casa. E’ già sera e le viene in mente che per sapere dove sono può consultare l’applicazione dello smartphone di Elisa, quella che grazie al Gps localizza il punto in cui si trova il telefonino. Sulla mappa appare un punto fermo, nella zona a monte di Nogaré, dove passa la strada provinciale 83 che collega il fondovalle con l'altopiano di Piné. La donna va a cercarli, assieme all'altra figlia. Sono minuti di angoscia, fino al tragico epilogo. Una guardia forestale, passando sulla strada sterrata che dal bosco confluisce proprio a metà della curva a gomito, vede delle luci nel bosco. Dà l’allarme alle 20.11, istante in cui viene registrato il codice rosso sulla cronotabella degli interventi del 118; dopo pochi minuti la strada si riempe di lampeggianti e sirene: di due ambulanze, dei vigili del fuoco, dei carabinieri.
I soccorritori non si aspettano una scena così atroce. Padre e figlia sono morti, sul colpo. E lì ci sono due donne, una moglie e madre, una figlia e sorella, annichilite dal dolore: devono prendersi cura di loro, cercare come possono di confortarle. Ma nessuno è preparato a situazioni come questa.
L’area viene isolata per consentire a chi è intervenuto di lavorare. Sulla provinciale però le auto continuano a salire e scendere: vengono fatte rallentare dai vigili in prossimità della curva, c’è chi abbassa il finestrino per chiedere cosa è successo. Una donna arriva sul luogo del sinistro, sembra conoscere la famiglia: “Sono una soccorritrice, lasciatemi passare. Non potete dirmi che sono morti tutti e due... questo è un incubo”.
La moto è finita tra gli alberi una quarantina di metri più sotto. La recupereranno dopo le 22, con l’aiuto di un verricello e sotto le fotoelettriche di un furgone polisoccorso dei vigili del fuoco. Nera e frontalino aggressivo, è apparentemente integra: sembra ancora nuova.