Montagna Granda sta rinascendo dopo la tempesta
Pergine. Dal nubifragio d fine ottobre sta nascendo una nuova Montagna Granda. Già abbiamo scritto dei nuovi interessanti panorami che si possono ammirare dai Compi. Per cento anni, per esempio, il...
Pergine. Dal nubifragio d fine ottobre sta nascendo una nuova Montagna Granda. Già abbiamo scritto dei nuovi interessanti panorami che si possono ammirare dai Compi. Per cento anni, per esempio, il fitto bosco di pini e larici che copriva la località (un pianoro che si protende sulla piana perginese) vietava di vedere sul fondo valle il lago di Caldonazzo, oltre appunto a Pergine e dintorni, ma anche il versante sinistro della valle dei Mòcheni. Il vento ha spazzato via quasi tutti gli alberi e i Compi hanno preso luce. Ma non solo lì, si sono aperte nuove “cartoline”. Era successo con la mano dell’uomo sulla sommità di Busa Grande. Il recupero del forte austro-ungarico aveva permesso, dopo un secolo, di riscoprire i laghi di Levico e di Caldonazzo, che solo i militari in servizio al forte avevano visto (per l’ultima volta) prima che il bosco nascondesse il tutto.
I terrazzamenti
Adesso, con i lavori di bonifica che si stanno effettuando sul versante perginese del Monte Orno con gli abitati di Vignola e Falesina, si stanno ripulendo dagli schianti, e quindi recuperando, gli ampi terrazzamenti un tempi coltivati in località Slompi (Maso Roat) e Zont, entrambi a monte di Assizzi, e i relativi muretti a secco che li sostenevano. Ce ne parla Danilo Anderle, sindaco di Vignola-Falesina, che ha condotto l’operazione coinvolgendo i privati. «Si stanno realizzando anche alcuni collegamenti a carattere forestale, naturalmente con la condivisione dei proprietari, che hanno creduto nella prima operazione compiuta negli anni scorsi». Il riferimento è alle aree a prato recuperate tagliando ettari di bosco attorno a Vignola e in parte anche a Falesina, con il progetto studiato dalla Provincia. «Quello che si sta facendo adesso in queste due località, trova origini nei primi esboschi - spiega Anderle -, appunto a Vignola. Si realizzerà anche una strada tagliafuoco che da sopra Assizzi andrà a incrociarsi con la strada del Carincio».
Supporto del Comune
Anderle ricorda poi che il Comune aveva indetto alcune riunioni nei mesi scorsi per coinvolgere i proprietari in questa operazione e che praticamente tutti avevano dato il proprio consenso. «Ci eravamo offerti di aiutarli nella burocrazia e la risposta era stata positiva. Abbiamo poi contattato alcune ditte le cui offerte ci sono apparse buone: dai 15 ai 18 euro/mc per i pini, dai 21 ai 25 euro/mc per i larici». I lotti sono tre e portano il nome di “Strada dei Siori”, “Cima Orno” e “Semperspitz”, dalla località in cui si trovano gli schianti.
La viabilità
Ma anche la viabilità si sta riprendendo.«Finora, abbiamo speso circa un milione come Comune, e ci saranno rimborsati dalla Provincia. Per il ripristino sentieri spenderemo ancora 15.000 euro. Per quanto riguarda invece le rifiniture e la segnaletica, abbiamo concordo l’intervento attraverso le squadre del Progettone».
Le altre strade sono già libere, come la strada vecchia tra Assizzi e Compet, la strada Compet – Forte Busa Grande e le altre minori sia forestali che comunali. Rimarrà chiusa fino a metà maggio la strada di collegamento tra Falesina e Vignola causa sempre gli alberi schiantati che hanno trascinato a valle lunghi tratti di carreggiata che sono in via di ripristino. R.G.