Insulti e stalking ad Agitu Coser è tornato in libertà
Il provvedimento. Arresti domiciliari revocati al 53enne di Frassilongo accusato di aver perseguitato la pastora che vive e lavora in val dei Mocheni. In aula continua la sfilata di testimoni
Frassilongo. Una condotta “regolare” e il rispetto delle prescrizioni per tutti i quasi sette mesi. Con queste ragioni ieri il giudice ha revocato gli arresti domiciliari a Cornelio Coser, il 53enne accusato di stalking aggravato dall’odio razziale nei confronti della pastora etiope Agitu Ideo Gudeta. L’uomo era ai domiciliari, nella sua casa di Frassilongo, dal 28 settembre dello scorso anno e dopo il Riesame gli era stata concessa la possibilità di uscire il tempo strettamente necessario alla sua attività lavorativa e per provvedere alle strette necessità quotidiane. Sono passati quasi sette mesi da allora e ieri è arrivata per lui la libertà. Nelle motivazioni che hanno spinto il giudice ha far decadere i domiciliari (opzione sulla quale la pm titolare dell’indagine, Maria Colpani, ha espresso parere favorevole) il fatto che Coser in questo periodo abbia rispettato le regole che erano state decise per lui. Una condotta regolare che gli ha permesso di tornare ora in libertà.
Il processo a Coser è già iniziato e sono stati sentiti diversi testimoni. La vicenda è quella che è esplosa a fine settembre dello scorso anno con l’arresto di Coser. La vittima è Agitu, pastora molto nota non solo in val dei Mocheni ma anche in tutta Italia perché della sua storia - molto particolare - se ne sono occupati anche media nazionali. Ecco il 53enne di Frassilongo era stato arrestato con la pesante accusa di stalking aggravato dall’odio razziale. La donna, nella denuncia che aveva presentato ai carabinieri, aveva spiegato di essere molto spaventata dal comportamento di Coser tanto da aver cambiato le sue abitudini. Un esempio? Aveva modificato gli orari di lavoro dei suoi collaboratori per non essere mai da sola». Sono diversi gli episodi contestati a Coser nel corso di un anno. L’uomo avrebbe infatti aggredito Agitu con frasi considerate a sfondo razzista come «brutta negra te ne devi andare» e ancora «ti brucio tutto» manifestando intenti violenti anche contro le capre della donna colpevoli di avergli rovinato i campi. E poi l’avrebbe anche persa per il collo mentre lei era intenta alla mungitura e le avrebbe sgonfiato le gomme della macchina. Questo nonostante Agitu lo stesse filmando. Nell’ordinanza anche l’episodio di agosto quando la pastora ha ripreso l’aggressione subita dall’uomo con tanto di bastone. Un video che era diventato un caso nazionale. L’ultima segnalazione ad inizio settembre quando l’uomo avrebbe disturbato il gregge della donna liberando contro le capre i suoi cani. Il tutto - è l’accusa - con l’aggravante della discriminazione razziale.
«Non ho mai detto negra o negri a nessuno», così si era difeso Coser. E aveva spiegato che inizialmente fra lui e Agitu si era creato anche un buon rapporto, degenerato - è la versione di lui - a causa dell’invasione delle capre di lei che hanno interessato non solo la sua proprietà ma anche quella dei vicini. Secondo Coser, l’episodio di spicco è stato quando le capre della Agitu gli avevano divorato le 300 piante di carpino. Coser allora si era recato dalla donna e aveva sgonfiato una gomma della sua auto, in un momento di sfogo. Ben consapevole di non poter fare del male alla donna si sarebbe sfogato dunque così. Coser nega di aver liberato i cani contro le capre di Agiu e di aver utilizzato frasi razziste contenenti li termine «Negra». Certo, ci sono state parole forti, reciproci insulti, ma senza utilizzare termini discriminatori.