Il vessillo di Pergine sulla vetta più alta del Nord America
Pergine. Lo scalatore perginese Alessandro Corazza affronta domani una nuova avventura alpinistica. Insieme al collega Miguel Martinez (di Lima) ha allestito una spedizione per raggiungere la cima...
Pergine. Lo scalatore perginese Alessandro Corazza affronta domani una nuova avventura alpinistica. Insieme al collega Miguel Martinez (di Lima) ha allestito una spedizione per raggiungere la cima del Monte Denali la più alta vetta del Nord America e la terza a livello mondiale, dopo Everest e Aconcagua. Corazza intende portare sulla vetta il gagliardetto del Comune di Pergine e il tricolore mentre l’amico peruviano porterà la sua di bandiera nazionale. Componente della Sat centrale, l’alpinista trentino descrive la sua prossima impresa.
L’avventura in Alaska
«Il Denali (si trova in Alaska, Usa) è alto 6.190 metri, ma non è quello che spaventa gli alpinisti. La difficoltà – spiega - è rappresentata dagli oltre 5.500 metri che separano la base dalla sommità. 18.000 piedi, per dirla come gli americani, che sono battuti dal vento in modo costante, perché il massiccio del Denali è anche la terza montagna più isolata al mondo. È per questo che è così esposta al vento. Per rendere l’idea di quanto possa essere severo il Denali, il 30 novembre 2003 la stazione meteorologica installata dal Japan Alpine Club a quota 5.710 nel 1990 registrò una temperatura minima di −59.1°C che, combinata a un vento di quasi 30 km/h, portava la percepita a –83.4°C. Non c’è indumento che tenga, a quelle temperature. La prima invernale, non senza difficoltà, è datata 28 febbraio 1967, 54 anni dopo la prima ascesa. I nativi americani locali chiamavano Deenaalee questo massiccio composto di plutone granitico: la “Grande Montagna”. Nel 1917 venne chiamato Mount McKinley, in onore di William McKinley, 25° presidente degli Stati Uniti d’America, morto assassinato nel 1901. Ma la popolazione protestò; solo nel 2015 la montagna riebbe il suo nome originario, Denali. Una montagna, scrive ancora, immersa nella più selvaggia natura incontaminata».
Avezzo alle imprese
Alessandro Corazza non è nuovo a imprese di questo genere. E’ infatti, reduce, tra l’altro, dalla conquista dell’ottava vetta più alta al mondo, il Manaslu, uno dei massicci più selvaggi e spettacolari del Nepal. Una impresa che racconta in un diario che trasmette entusiasmo e meraviglia nell’arrivare a quota 8.163 metri. In quella occasione Corazza ha portato in vetta il gagliardetto della Sat: era l’ottobre 2017. R.G.