Il Museo del paracarro unisce ciclismo eroico e storia d’Italia 

Al parco Marenghi. Dario Pegoretti ha posto due steli in ricordo del 1948, quando Degasperi,  dopo l’attentato a Togliatti, chiamò Bartali e disse: «Qua si rischia, vinci il Tour de France per noi»


Roberto Gerola


Pergine. Curioso anche se voluto accostamento di paracarri nell’omonimo museo che Dario Pegoretti ha realizzato nel parco Marenghi. Sono due personaggi legati al ciclismo naturalmente, anche se con motivazioni differenti, ma legate dalla storia d'Italia del secondo dopoguerra e con risvolti che probabilmente cambiarono una importantissima pagina della Repubblica all'indomani del referendum che già creò molte tensioni a livello nazionale. Gli appassionati di ciclismo e i non più tanto giovani lo conoscono sicuramente.

Storie d’Italia

Si parla del 1948, quando Palmiro Togliatti venne raggiunto da quattro colpi di pistola. Un attentato contro l'allora segretario del PCI. Il tragico evento successe durante la seduta del consiglio dei ministri allora presieduta da Alcide Degasperi. Si sfiorò la guerra civile e ci fu una decina di morti. Occorreva un evento più che eclatante che coinvolgesse gli italiani che uscì anno da un conflitto bellico dalle conseguenze terribili. L'idea venne a De Gasperi.

In Francia si stava correndo il Tour, naturalmente seguitissimo anche perché c'era Gino Bartali, che pur con 34 anni sulle spalle cercava in tutti i modi di contrastare i giovani e soprattutto la poca stima per non parlare di odio dei francesi nei confronti degli italiani. È poi c'era Louison Bobet che la Francia tutta voleva in giallo a Parigi. L'attentato a Togliatti fu il 14 luglio. Il 15 luglio era giorno di riposo i corridori. La sera, in albergo, Bartali fu raggiunto da una telefonata di Degasperi.«Gino - gli disse - devi vincere il Tour. Qui c'è un grande confusione».Bartali aveva vinto il Tour dieci anni prima, aveva solo 24 anni. Adesso era “vecchio” e affaticato e soprattutto a 20 minuti da Bobet in giallo. La telefonata, l’Italia, l'onore fecero il miracolo. Degasperi e Bartali uniti da un telefonata nella serata del 14 luglio di 71 anni fa.

Steli che uniscono

Ora sono a pochi centimetri impersonati da un paracarro “speciale” per entrambi.

Per Gino Bartali un paracarri della SS21 Cassia prelevato no presso di Radicofani sito che lo aveva visto vittorioso in una gara appena passato professionista e poi anche tappa vinta del Giro d'Italia. Per Alcide Degasperi, il paracarri proviene dalla “sua” Val di Della.

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