Gilmozzi: così va risolto il “conflitto” sul Fersina 

L’assessore provinciale all’ambiente e i suoi tecnici ieri in consiglio comunale «Serve un punto di equilibrio tra gli usi potabile, agricolo, industriale e sportivo»


di Roberto Gerola


PERGINE. I problemi del torrente Fersina, con qualche considerazione su come affrontarle, sono state presentate ieri in sede consiliare dall’assessore Mauro Gilmozzi insieme a quattro tecnici del settore: Giancarlo Anderle, Franco Pocher, Roberto Leonardelli e Raffaella Caneppele. Ciascuno è poi intervenuto per la propria parte di competenza. L’introduzione di Gilmozzi può essere sintetizzata in tre parole: ottimizzazione, razionalizzazione, sobrietà. In riferimento all’utilizzo dell’acqua in generale e in questo caso del Fersina. Gilmozzi ha sottolineato l’esistenza di un «conflitto», nel senso che più attori hanno interesse all’uso del Fersina (idropotabile, agricolo e industriale, e sportivo), tenendo conto che non si deve parlare solo del corso d’acqua come tale ma di tutto l’ambiente in cui scorre e quindi con una valore che diventa di valenza nazionale ed europeo. Ha ricordato che «l’uso dell’acqua è legato all’ambiente, ma anche alla vita quotidiana e quindi anche all’attività economica e turistica e rappresenta di conseguenza opportunità di reddito». Gilmozzi ha parlato del tavolo costituito, dell’occasione che si presenta per poter intervenire in modo determinante visto che le massime derivazioni sul Fersina scadono tutte insieme (Pergine, Sant’Orsola e Palù del Fersina, ma anche Agro Irriguo): «Occorre trovare un punto di equilibrio tra tutti gli usi», ha detto ancora, parlando anche di «massima disponibilità da parte degli interessati». Ma più in là non è andato, pur in presenza di un “verbale” abbastanza circostanziato compilato all’indomani della seconda riunione del “tavolo” avvenuta il 19 aprile scorso (e pubblicato in questa pagina).

Dopo l’intervento del sindaco Roberto Oss Emer, qualche domanda dei consiglieri. Marina Taffara (Pd) ha chiesto dettagli, dichiarando che «la politica doveva riprendersi in mano l’argomento in quanto servizio importante per la collettività, al di là dei 50 mila euro che il Comune di Pergine è disponibile a cedere a favore dell’ambiente». Dagli interventi dei tecnici è emerso che se ne riparlerà dopo l’estate perché occorrono nuove analisi, studi e controlli. Stefano Tomaselli (Patt) ha chiesto se ci sono risultati su eventuali abusi: risposta negativa. Poi Morgan Betti, per il quali non esistevano abusi. Alberto Frisanco ha chiesto un giudizio sul Fersina: «Buono», gli ha risposto Caneppele ma non per le norme in divenire. Quanto tempo abbiamo per intervenire? «La natura fa da sé, anche milioni di anni», la risposta. «Il problema del Fersina non si risolve con la sola procedura amministrativa», ha concluso Gilmozzi.

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