Ex Villa Rosa anche in foto è «qualcosa di sprecato»
Il premio dalla chiara motivazione della Maratona fotografica è stato assegnato allo “scatto” di Irene Demattè e Davide Prada alla struttura in stato di degrado
PERGINE. La ex Villa Rosa ha ottenuto un nuovo riconoscimento “in negativo”. Il vecchio centro riabilitativo è stato scelto come “qualcosa di sprecato” nella “Maratona fotografica” proposta da “Il Sogno” e ha anche vinto il premio. La ex Villa Rosa, ormai in stato di degrado, nonostante i suoi preziosi trascorsi prima come villa di eccentrici proprietari dediti al lusso (da qui Villa Rosa, nota come Villa Giulia, era un’opera d’arte dell’architetto Eduino Maoro) e poi dell’Inail – Azienda sanitaria che l’aveva trasformata in un qualificato centro di riabilitazione. Tutto questo non l’ha salvato dal degrado, dalle depredazioni, dai vandalismi.
Ebbene, l’Associazione “Il Sogno” (un sodalizio formato da una folto gruppo di giovani pieni di iniziative e anche di fantasia) sabato scorso aveva proposto appunto (e per la seconda volta) la “maratona fotografica”: un concorso dove i partecipanti (sono stati 13 coppie) con macchina fotografica e mezzo di locomozione (vietati quelli a motore) doveva individuare è fotografare 30 soggetti. Tra questi appunto “qualcosa di sprecato”. La giuria non ha avuto dubbi e ha scelto “l’ex Villa Rosa”. C’è di che esserne fieri.
I premi sono andati a la coppia “I Turly” (Giulia Todeschini e Federico Stefani) per la “velocità”: sono stati quelli a fotografare in meno tempo il maggior numero di soggetti. Poi premiata la “qualità”: ha vinto la coppia “I Vazanicchi” (Iacopo Candela e Beatrice Paol). Infine, premiata la “fantasia”: vincitrice la coppia “I Polli” con Irene Demattè e Davide Prada (autori anche del “premio” all’ex Villa Rosa).
Erano ben trenta i soggetti da fotografare nella maratona e di non facile realizzazione anche perché, per certi aspetti c’era somiglianza a una caccia al tesoro o a una gara di orienteering. Per esempio: il cuore verde dell’amministrazione comunale, brioche notturna in via Dolomiti, l’ubiquità (foto in due posti contemporaneamente), telefonata con cellulare con i tasti; una scarpa tacco 12 o 12 scarpe senza tacco. L’elenco proseguiva con: fai benzina al tuo veicolo, specchiati nel lago artificiale di Brazzaniga, abbraccio lo gnomo dei Canopi, foto nel salottino della libreria Athena, due occhi ti osservano dall’alto della parafarmacia, trova il vecchio stivale fluttuante, l’antica laneria di Pergine; ancora: il lungo, il corto e il pacioccone; supera il limite, sentiti un over 70 davanti a un cantiere. Luoghi comuni, azioni quotidiane, visione di tutti i giorni: la fantasia si è scatenata e il divertimento è stato totale.