«Con le restrizioni Covid il 50% in più di vendite»
Primi bilanci. La Famiglia Coop Perginese in marzo e aprile ha registrato un notevole aumento degli affari nei piccoli negozi “sotto casa”, ma anche nel supermercato di piazza Gavazzi (+20%)
Pergine. Boom di vendite per i piccoli negozi sotto casa della Famiglia cooperativa Perginese. L’effetto emergenza sanitaria ha provocato la necessità di raggiungere il punto vendita più vicino. E per le botteghe delle frazioni è stata una manna. A confermalo, il presidente della Coop Perginese Andrea Oss che in questi mesi di “restrizioni” ha monitorato la situazione proprio per la necessità della fornitura degli alimentari e quanto altro di vende specie di prima necessità. Si parla di oltre il 50% in più rispetto al solito giro d’affari. Un giro d’affari che come è noto ormai da mesi è stato in perdita o quasi salvo qualche eccezione, mettendo in crisi il bilancio della Coop che proprio nei negozi frazionali registrava una componente chiaramente negativa.
Tanti e in sicurezza
«L’afflusso dei clienti - sottolinea Oss, è stato molto consistente, anche se tutto in maniere regolare; rispettoso delle “restrizioni”, regolato da personale deputato all’incarico che provvedeva e provvede a far entrare e uscire i clienti in maniera consona alle esigenze. E devo dire che non si sono verificati disagi e che tutti hanno accolto con pazienza queste norme comportamentali, consci della necessità».
Tra l’altro, per una convenzione con la Provincia (e pagata dalla stessa), è stato impiegato personale del “progettone” (Consorzio Lavoro Ambiente) che sono stati all’altezza della situazione. Non solo a Pergine, ma anche in quasi tutte le frazioni: Canezza, Tenna, Valcanover, Canale, Madrano... Un “boom” dunque per i piccoli negozi specialmente nei mesi di marzo e aprile, quando l’obbligo era tassativo. «Adesso - aggiunge il presidente della Coop Perginese - con questa sorta di liberalizzazione nel recarsi a fare la spesa dove si vuole, l’afflusso è destinato a diminuire».
Bene anche in centro
«Ma i riscontri sono stati notevoli - spiega ancora -, basti pensare che il fenomeno ha trascinato anche il Supermercato di piazza Gavazzi, che ha registrato un 20 per cento in più del tradizionale movimento d’affari. I dati sono ancora stati accertati, ma da quanto si è potuto confrontare relativamente alle forniture, siamo su questi livelli».
Un altro aspetto interessante è stato quello relativo agli acquisti. «Se nelle prime settimane - aggiunge Oss - si è verificata una sorta di “corsa” all’accaparramento di prodotti alimentari, poi i clienti, verificato che le forniture erano regolari e costanti, hanno provveduto a “rallentare”: se prima la spesa era effettuata anche tre volte in settimana, poi, si è ridotta. E soprattutto, tutti in fila, con pazienza, a distanza, senza inconvenienti. Abbiamo assistito ad un incremento nell’acquisto di particolari prodotti: sono legati al pane, alla farina, agli alimenti a lunga conservazione. Evidentemente, in casa ci si è dedicati alla cucina».
Problema assemblea
«Adesso c’è un nodo da sciogliere, conclude Andrea Oss -, e vede coinvolte anche le altre Coop trentine. E’ quello legato all’assemblea dei soci. Rinviate per l’emergenza sanitaria, a norma di legge occorrerebbe convocarla entro giugno. Ci sono problemi pratici da risolvere proprio a proposito di “assembramento”. Anche noi, come le altre siamo in attesa di direttive».
©RIPRODUZIONE RISERVATA.