«Comuni turistici, sono da rivedere i parametri»
Il caso. Dopo le aspre critiche alla Provincia della candidata sindaca del Patt Roberta Bergamo, interviene, duro ma pacato, anche il candidato sindaco del centrosinistra Giuseppe Facchini
Pergine. Inutile dirlo, la città è in subbuglio. La non definizione di Pergine come Comune turistico, ha non poco colpito i vari settori della città. E le reazioni non sono mancate. Basti pensare a quella di ieri del Patt, che per voce della propria candidata sindaca, non ha risparmiato parole di fuoco nei confronti della giunta provinciale. Ma cosa ne pensano gli altri attori della vita politica, sociale ed economica di Pergine?
Al riguardo abbiamo sentito il parere di un altro candidato sindaco del centrosinistra, Giuseppe Facchini.
Pergine non è turistica
Facchini al riguardo, con il suo consueto stile pacato, va diritto al sodo. «Sono da rivedere i parametri con i quali sono stati classificati i Comuni turistici e non - sottolinea, infatti, Facchini -, perché è assurdo che Pergine e in particolare alcune zone del territorio come il lago non siano classificati come tali. Pergine è anche turismo di qualità e si deve lavorare su questo».
Una affermazione chiara che poi approfondisce affermando che «al di là delle pagelle su chi è turistico e chi no, serve un piano complessivo per il turismo che sia in grado di valorizzare le diverse offerte presenti sul territorio, che sia capace di coinvolgere i soggetti pubblici e privati, le associazioni e i residenti e, naturalmente, l’Apt e anche la Pro Loco».
E quindi ricorda come in ambito di promozione del territorio e di richiamo turistico «Tutte le iniziative culturali, quelle proposte dal castello con mostre e spettacoli, dallo sport e dagli altri settori della vita sociale della nostra comunità perginese, sono fondamentali e sono tutti anelli della stessa catena che creano turismo, senza compartimenti stagni che quando sono presenti non portano da nessuna parte».
Sguardo al futuro
Al di là della classificazione, o meglio, al declassamento, subito da Pergine, Facchini pensa anche al domani. Agli impegni che la città dovrà affrontare nei prossimi anni. Una via al turismo che, a prescindere dalle classificazioni giuridiche attribuite dagli algoritmi della città, possa essere praticabile e capace di portare crescita economica al territorio perginese. Ecco allora che Facchini parla di «sviluppare un turismo soft con un impatto ambientale lieve rivolto alle famiglie e alle persone comuni che prevede la valorizzazione del territorio ideando o valorizzando percorsi finalizzati alla valorizzazione del patrimonio storico-naturalistico ed eno-gastronomico, da percorrere a piedi, in bicicletta o a cavallo. L'accoglienza e la ristorazione sarà offerta da un sistema ad "albergo diffuso" costituito da affittacamere e agritur o piccole locande sparse sul territorio e finalizzato a valorizzare e promuovere le produzioni stagionali e locali. Percorsi turistici che valorizzino le acque, torrenti e laghi con promozione di attività sportive come la vela, rafting o semplicemente atti alla riscoperta degli ambienti fluviali e lacustri. Un turismo che coinvolga vari settori produttivi (agricoltura, allevamento e trasformazione del latte, ristorazione, promozione turistica) che crei un reddito diffuso e che sia collegato con le realtà di tutta la Valsugana promuovendo risorse come quelle termali o sciistiche come offerta attrattiva ed integrante a quelle locali. Ideare attività che siano di stimolo al sorgere di Cooperative di guide od accompagnatori turistici e che quindi creino un volano favorevole per l'occupazione. Un turismo non incentrato su una singola stagione ma che possa offrire un'attrattiva lunga e differenziata nell'arco dell'anno, a bassa impronta ambientale e con massima attenzione alla salvaguardia del territorio».