«Civezzano e Fornace divise da interessi economici»
L’intervista. Giovanni Facchini si è laureato con una tesi sulla mancata fusione tra i due Comuni «Fornace è legato al porfido e più vicino ai Comuni del settore estrattivo di Cembra e Pinetano»
Pergine. Le “Fusioni tra i Comuni in Italia, e in Trentino: il caso di Civezzano e Fornace” è stato il tema della tesi di Laurea Magistrale del perginese Giovanni Facchini, conseguita all’Università degli studi di sociologia e ricerca sociale di Trento, con voto di 110/110. Ed ha dedicato la propria tesi ad Antonio Megalizzi, l’europeo.
Da dove è partito per il suo lavoro?
La mia tesi ha riguardato in particolare la mancata fusione tra i Comuni di Civezzano e Fornace, e lo stesso esito negativo che hanno fornito i referendum in altri territori del Trentino. Tutto ciò mi ha incuriosito e mi ha convinto a indagare per individuare le particolarità, i tratti comuni e i punti di rottura che hanno portato a questo risultato, gli attori che hanno spostato l’ago della bilancia, come erano ripartiti gli schieramenti nelle amministrazioni comunali, gli argomentazioni hanno infine convinto gli elettori e quali invece non sono risultate incisive.
Ha affrontato il tema delle frammentazioni amministrative...
Dopo l’analisi della situazione italiana, ho documentato la frammentazione amministrativa in Trentino, proponendo un raffronto con la Provincia di Bolzano, analizzando le fusioni che si sono perfezionate dal 2008 a oggi. Sono ben 122 i Comuni che hanno affrontato il referendum per la fusione e in seguito ai risultati del voto il numero dei Comuni nel decennio è sceso da 223 a 166. Ho quindi sviluppato con attenzione lo studio sulla mancata fusione tra Civezzano e Fornace, il percorso svolto e le conseguenze subite dalle due amministrazioni in seguito al voto negativo da parte della popolazione di Fornace nel referendum del 7 giugno 2015.
In Trentino comunque ci sono stati molti processi di fusione andati a buon fine…
In generale diversi sono i fattori da valutare nelle fusioni tra Comuni, ma il percorso è democratico perché l’esito della consultazione popolare è vincolante. In 188 su 122 enti coinvolti è stato superato il quorum, e di questi 105 hanno votato per le fusioni. Tra questi i Comuni di Bosentino, Centa San Nicolò, Vattaro, Vigolo Vattaro che hanno votato per la costituzione del Comune Altopiano della Vigolana, quelli di Spera, Strigno e Villa Agnedo e in una fase diversa di Ivano Fracena fusi nel Comune di Castel Ivano. La fusione ha trovato riscontro positivo anche tra Cembra e Lisignago e nei Comuni del Primiero, Fiera, Siror, Tonadico, Transacqua.
Come ha svolto la sua tesi?
Numerosi sono stati contatti avuti con le realtà dei due Comuni, a cominciare dai sindaci Stefano Dellai per Civezzano e il consiglio comunale, al quale ha proposto un questionario. A Fornace mi sono confrontato con il sindaco Pierino Caresia e con il candidato sindaco Walter Caresia, con la popolazione, sulle collaborazioni in atto che rendevano opportuna e giustificata la fusione, nel settore della cultura, della sport, della scuola, delle associazioni, che erano già realtà. L’esito del referendum, positivo per Civezzano, ha colto un po’ tutti di sorpresa.
In conclusione quali sono le cause del fallimento del processo di fusione tra Civezzano e Fornace?
Per Fornace la situazione era diversa rispetto a Civezzano per vari motivi, a cominciare dalla grandezza dei due Comuni, Civezzano oltre i 4.000 abitanti, Fornace con poco più di 1.300, numeri che paventavano la superiorità del Comune inglobante con la perdita di identità per Fornace. Ha poi inciso l’economia di questo Comune, legata alla realtà del porfido, con il comitato del no più vicina ai Comuni del settore estrattivo della Valle di Cembra e del Pinetano, posizioni che hanno alla fine determinato l’esito negativo del referendum. Altre cause che hanno determinato il voto contrario di Fornace sono state: la possibile perdita di controllo da parte di Fornace delle riserve di caccia e di funghi della Fornasa e il possibile accorpamento dei corpi dei vigili del fuoco. Tutti interrogativi che hanno portato al voto contrario alla fusione da parte di Fornace nel referendum, con il 61% che ha invalidato l’esito, nonostante l’alta percentuale di favorevoli avuta a Civezzano.