Canale, un paese dormitorio dove la gente però vive bene 

Viaggio nelle frazioni. Non ci sono bar e c’è un soltanto un negozio, ma ci sono la scuola, i parchi giochi, le sale pubbliche con teatro e spazi musicali, luoghi vitali per il fertile mondo della volontariato che principalmente fa capo all’attivissima Acs


Franco Zadra


Pergine. La seconda frazione più popolosa di Pergine è Canale con i suoi 889 abitanti (a fine 2019). La separa da San Cristoforo un passaggio a livello sulla soglia di viale delle Nazioni Unite, lungo il quale si trova anche l'unico negozio della frazione, che sale fino a piazza della Fontana dopo aver superato la chiesa della Natività di Maria e la scuola primaria con le nuove sale pubbliche e il parco giochi attrezzato per i bambini con il campo da calcetto e un tavolo da ping pong.

Le sale pubbliche, inaugurate nel 2014, rappresentano il cuore pulsante della socialità frazionale e, venuta meno la parrocchia, il punto di riferimento dei residenti, con una grande sala, anche teatro, la sede dell'Acs Canale e del Gruppo anziani, la palestra, l'ambulatorio frazionale e la sala musicale, a prolungamento della scuola elementare “Senesi”.

Incontri in cooperativa

«Un paese dormitorio - lo definisce Dolores Tomasi, pensionata, qui residente da 25 anni –, però ci si vive bene. La gente è tranquilla e l'associazione sportiva offre anche qualche corso di ginnastica».

«Perché, Pergine non è un dormitorio?», reagisce Paolo Pennacchi, 57 anni, nativo di Canale.

Alla cooperativa incontriamo Maria Luisa Lazzeri, di Civezzano, capitata in paese da 4 mesi, in piena emergenza Covid. «A fare la spesa qui – dice – vengono soprattutto anziani, quelli che non possono muoversi con l'auto, anche perché la traversa con le nuove villette è tutta piana. Per il resto, vanno tutti a Pergine». «Io vado a Pergine – dice Sonia Lazzeri – per un motivo di convenienza, ma solo per la spesa perché per il resto c'è tutto a portata di mano, il lago, la campagna...».

La piacevole impressione è quella di intervistare gli utenti di un camping di lusso, e probabilmente la bella giornata estiva favorisce questa suggestione. Qualche problema lo indica Monica Carlin, anche lei di Canale, indaffarata come tanti a ripulire il giardino di casa. «Si può avere l'impressione – dice Carlin – di essere un po' separati da Pergine, ma c'è un buon servizio di mobilità con i pulmini per gli anziani. Non c'è un bar, ma in definitiva siamo abbastanza vicini a tutti i servizi utili».

Il fiduciario frazionale

Un quadro più completo delle problematiche, ce lo dà Luciano Biasi, fiduciario nominato dal sindaco per fungere da referente per i bisogni della collettività, residente a Canale dal 1966. «Sono fiduciario dal 1985 – dice Biasi – quando ero anche consigliere comunale a Pergine, fino al 1995. In una seconda tornata, quando non si poteva fare il fiduciario se eri anche consigliere, sono stato nominato nel 2009 e spero tanto che a settembre potrò lasciare l'incarico a qualcuno di più giovane».

Biasi parla con trasporto della “sua” frazione cominciando dalle nuove villette in via della Carezza, in fase di completamento. «Se posso azzardare una previsione – dice Biasi – penso che Canale sia presto destinato a superare i mille abitanti, anche perché è una zona molto appetibile per chi scappa dalla città, senza volersene allontanare. È poi una frazione giovane con tanti bambini e nuove coppie che trovano molte risposte al bisogno di socialità nelle attività ricreative e culturali che vengono proproste. Ovviamente, ora con l'emergenza sanitaria è tutto fermo, come dappertutto».

Tra i problemi che Biasi elenca “a memoria”, tenendoci però a «ringraziare il sindaco per la costante vicinanza alla frazione che ha sempre dimostrato in questi anni, come con la realizzazione della tettoia per le feste patronali di fronte alla palestra», c'è la richiesta di un marciapiede per il viale delle Nazioni Unite, il completamento della via dell'Angi che si colleghi alla strada per Susà con una rotatoria, in previsione come la ciclopedonabile per Trento. «Un bar sarebbe comodo – conclude Biasi -, e trent'anni fa ce n'erano tre a Canale, ma non si è ancora trovato un locale idoneo per realizzarlo».













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