Ancora battaglia dell’acqua tra Agro Irriguo e Provincia 

Il caso. Il Cmf è preoccupato per i rilasci del Fersina a “colpi d’ariete” e contesta deciso la “Prie” «Assurdo doverci far carico delle spese per i danni causati da altri come ci suggerisce l’agenzia» 


ROBERTO GEROLA


Pergine. E’ ancora battaglia per l’acqua nella Fersina usata per le coltivazioni agricole ed è sempre il Cmf Agro Irriguo Perginese a condurla ribadendo la priorità nell’utilizzo a scopo irriguo rispetto a quello industriale e spunta la richiesta di danni. Il primo atto un mese fa con il Cmf Agro Irriguo a protestare per la mancanza d’acqua, tornata a scorrere solo dopo aver interessato la Provincia (Agenzia Prie) che «come prima soluzione tampone, nel breve periodo - scrive nella lettera inviata al Cmf Agro Irriguo - è stato chiesto a Stet spa di assicurare un flusso costante in alveo per mezzo del quale, in via cautelativa, tali problematiche sono state minimizzate». «Il flusso costante - sottolinea Luigino Laner - presidente del Cmf, è durato tre giorni e recentemente le interruzioni sono riprese. Quello che contestiamo all’agenzia Prie (risorse idriche ed energia) sono i suggerimenti che ci vengono forniti (dopo il sopralluogo congiunto, e con una seconda lettera) circa il nostro sistema derivatorio. I principali sono: sagomare l’alveo immediatamente a monte della propria opera di presa affinché il flusso idrico possa essere indirizzato verso l’opera stessa; e inserire un rilevatore di livello nella vasca di carico che blocchi la pompa quando la portata e minore della concessione (45 l/s)».

Il tema non cambia

«Ci vengono suggerite prescrizioni per limitare i danni che l’impianto subirà quando altri concessionari sul torrente Fersina non rispettino i limiti e le modalità del loro diritto di prelievo». Tornano a questo punto le conseguenze dei cosiddetti “colpi d’ariete” dovuti agli improvvisi rilasci d’acqua. «Il nostro impianto irriguo – ci spiega Laner - ha subito qualche bel danno con rotture delle tubazioni. Abbiamo riparato i danni e la fattura dei costi sostenuti l’abbiamo inviata all’Agenzia Prie. Questo perché il Cmf si trova nella bizzarra quanto sorprendente circostanza in cui è titolare di un diritto di priorità rispetto all’utilizzo industriale, ma deve sobbarcarsi le riparazioni di rotture causate appunto dai colpi d’ariete dell’acqua rilasciata dal bacino e farsi carico anche delle opere per la sagomatura dell’alveo e di superflue dotazioni di apparecchiature».

La risposta del Consorzio

Nella lettera di risposta che il Cmf ha inviato all’Agenzia Prie (ma anche agli assessori provinciali Giulia Zanotelli e Mario Tonina) si fanno presenti queste situazioni ribadendo che «la priorità agricola è ridotta ad uno sterile stendardo di legalità completamente svuotato nei fatti, al quale il Cmf non intende piegarsi. Non si comprende perché, invece che imporre prescrizioni e limitazioni al nostro regolare e legittimo utilizzo della concessione, non venga risolto il problema a monte per trovare uno stabile “equilibrio gestionale che distribuisca in modo corretto gli sforzi” che suggerite voi stessi». E concludono ricordando che «in tre recenti occasioni l’impianto è stato svuotato, non per cause naturali legate al periodo di magra, anzi di estrema abbondanza idrica. E questo dovrebbe essere un incentivo a considerare con più attenzione i nostri motivi di opposizione al rinnovo inalterato delle concessioni esistenti, sempre prorogate».

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