Amianto, il Comune ha iniziato la bonifica
Levico Terme, avviati i lavori per togliere le coperture inquinanti dall’area ex Ognibeni in centro paese
LEVICO TERME . Il Comune ha iniziato i lavori di rimozione della copertura in cemento-amianto in centro storico, nel parcheggio nell’area ex Ognibeni, come aveva promesso il sindaco ancora nell’assemblea della Consulta di Centro nel febbraio 2015.
«Siamo stati nei tempi – dice l’assessore Andrea Bertoldi -, poiché la perizia dell’ingegner Sbetti dava tempo fino ad aprile 2018. D’altra parte quel amianto non dava problemi. Ora, dopo il trattamento di coibentazione che abbiamo fatto ancora il 21 dicembre, appena farà bel tempo provvederemo a rimuovere in modo definitivo la copertura». Alla notizia, evidentemente attesa, della rimozione dell’asbesto cemento, il consigliere Claudio Cia che aveva a suo tempo interrogato il consiglio provinciale per un’altra copertura in amianto ormai rimossa, visibilmente molto degradata, su un edificio di proprietà della Provincia, a Levico in piazza Medici, sollecita l’Amministrazione pubblica perché sia più celere nel risolvere questo problema di «salute pubblica».
«Non è che se l’amianto – ha detto Cia – si trova su un tetto del Comune o della Provincia, sia più o meno pericoloso. Va rimosso e basta, e l’Amministrazione deve farlo non in tempi biblici, ma almeno nei tempi che tanto severamente impone al privato cittadino». Intanto, un altro tetto in amianto, questa volta di proprietà privata, attende i suoi tempi “tecnici”.
«Ho segnalato varie volte – dice un residente di viale della stazione – quella copertura vicino a casa mia, sono ormai un paio d’anni, ma ancora non ho visto fare nulla». Si tratta di una palazzina di tre piani con la copertura in cemento-amianto visibile anche da corso centrale, palesemente in ritardo sull’attuazione della delibera della giunta provinciale 2.157 del novembre 2015 che imponeva lo smaltimento delle coperture in cemento - amianto. Come a Quaere, in via per Vezzena, si trova una copertura in amianto di almeno 400 metri quadri di un’azienda, la Sicev srl, costruzioni edili e stradali, vittima dell’ultimo ventennio di crisi, ammessa nel 2012 a concordato preventivo, e che aveva preannuciato sul suo sito internet nel 2008 che nella primavera del 2010 sarebbero terminati dei lavori per un magazzino e una palazzina di uffici amministrativi dove ora, invece e purtroppo, persiste quello scempio segnalato dalla Consulta di Quaere fin dai primi verbali del 2014 e che il liquidatore giudiziale, Luisa Angeli, nell’avviso di una tentata vendita del 30 luglio 2015, descriveva come un capannone a uso magazzino che «presenta una copertura in cemento amianto con un indice di degrado 48, il cui costo di smaltimento è stato quantificato in 50.000 euro».