Pay tv pirata, guadagni da 500 mila euro per l’ideatore: oltre 1.800 persone denunciate per ricettazione
L’operazione è della Finanza: il 70enne offriva i pacchetti a pagamento ad un prezzo inferiore
VARESE. Indagini bancarie su oltre 1.800 persone denunciate per ricettazione, per risalire all'ideatore di una rete informatica messa a punto da un 70 enne per vendere illecitamente abbonamenti sottoprezzo -, in piena contraffazione, frode informatica e violazione della proprietà intellettuale -, due canali streaming pirata per visionare la programmazione di 'Mediaset Premium', 'Sky', 'Dazn' e 'Disney Channel'.
È questo il cuore di una maxi indagine della Guardia di Finanza di Varese che, in veste di polizia valutaria, dopo aver ricevuto diverse segnalazioni ha iniziato ad analizzare i clienti di questa rete illecita.
Così le fiamme gialle, coordinate dalla Procura di Milano, hanno identificato gli utenti che si erano iscritti, i quali hanno effettuato pagamenti al 'reseller' varesotto mediante bonifici bancari o ricariche con carte prepagate.
Una volta trovati gli utenti che avevano scelto consapevolmente di utilizzare un canale illecito per ottenere la visione dei loro programmi preferiti, gli inquirenti sono arrivati all'ideatore.
Si tratta di un 70enne nato in Belgio ma residente da anni in provincia di Varese. L'uomo, secondo il pm milanese Enrico Pavone che ha firmato la conclusione delle indagini, "si introduceva in sistemi informatici e telematici televisivi, protetti da dispositivi di sicurezza", per poi metterne in vendita i contenuti, e "su iptvpanamacity e tvstreaming italia, a lui riconducibili", riuscendo a piazzare l'abbonamento a oltre 1.800 persone.
"L'operazione di vendita avveniva attraverso i contatti presenti sui siti internet: numeri di telefono, indirizzi mail, canali di messaggistica istantanea dedicati.
L'indagato gestiva poi le richieste di informazioni e la stipula dei contratti di abbonamento con i singoli clienti i quali, in seguito alla comunicazione del Mac Address, ricevevano il numero dell'ordine con gli estremi per l'esecuzione dei pagamenti.
Sul sito pirata veniva espressamente comunicato che "la visione di tali palinsesti televisivi avrebbe potuto comportare dei rischi collegati ai diritti esclusivi di diffusione della proprietà intellettuale".
Il venditore degli abbonamenti pirata è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Milano - Sezione Reati Informatici, per i reati di contraffazione, alterazione o uso di marchi o segni distintivi ovvero di brevetti, modelli disegni, violazione della proprietà intellettuale e frode informatica.
La Gdf ha poi contestato gli illeciti amministrativi nei confronti dei numerosi sottoscrittori di abbonamento con l'applicazione di sanzioni per complessivi circa 300 mila euro e, dall'altro, alla tassazione dei proventi illeciti in capo all'indagato, quantificati in circa 500 mila euro, frutto delle operazioni di vendita illegale effettuate dal 2017 al 2020.