Passi chiusi alle auto, bocciata a Bolzano la mozione dei Verdi
Il consiglio provinciale ha detto no alla proposta per Sella, Gardena e Erbe. L'assessore Alfreider: «Ci sono difficoltà giuridiche, ma prevista una zona a basse emissioni»
BOLZANO. L'obiettivo è ridurre inquinamento acustico e traffico sui passi dolomitici, ma per chiudere le relative strade al traffico di auto e mezzi privati "ci sono difficoltà giuridiche e amministrative perché molte strade collegano due Province o addirittura due Stati". L'assessore provinciale Daniel Alfreider ha risposto alla mozione (poi respinta dal consiglio provinciale) con cui il gruppo Verde chiedeva alla giunta provinciale di "chiudere quotidianamente al traffico privato i passi Sella, Gardena e il passo delle Erbe nel periodo dal 1° giugno al 30 settembre 2024, dalle ore 10 alle ore 15, come previsto a suo tempo dal progetto Dolomitesvives; di programmare per i mesi estivi, in collaborazione con le cooperative turistiche locali delle valli dolomitiche e con Idm, due giornate senz'auto al mese sui passi Sella, Gardena e sul passo delle Erbe; di estendere successivamente la chiusura delle strade dolomitiche e dei passi più trafficati per arrivare gradualmente alle seguenti chiusure: dal 1° giugno al 15 ottobre 2025: passi Sella e Gardena, tutti i giorni tra le ore 10 e le ore 16, e passi Costalunga, Mendola, passo delle Erbe, passi Giovo, Palade, Rombo, Valparola, Monte Croce e Campolongo, tra le ore 10 e le ore 15; dal 15 maggio al 15 ottobre 2027-2037 tutti i passi dolomitici nonché i passi Palade, Rombo e Mendola, tra le ore 9 e le ore 17".
Altra richiesta era "potenziare contestualmente la rete dei mezzi pubblici su queste strade affinché i territori di montagna restino accessibili, ma nel rispetto dell'ambiente". "Se si chiude una strada - ha spiegato Alfreider - o la si chiude per tutti o si devono scegliere categorie esonerate, ricordando che in queste aree vivono persone che devono potersi muovere, e attualmente non ci sono i presupposti per prevedere deroghe specifiche al di fuori delle località abitate, quali una ztl. È stata prevista però una low emission zone e, insieme ai Comuni interessati e alle Regioni Veneto e Trentino, si sta presentando quest'approccio ai ministeri competenti per Infrastrutture, Digitalizzazione e Turismo. In passato tuttavia non c'è stata grande attenzione a questa iniziativa. La competenza per i controlli sui limiti di velocità spetta alle forze dell'ordine e va considerato il diritto fondamentale alla libera circolazione".
"Anche introdurre un pedaggio - ha aggiunto Alfreider - non è così facile: bisogna rispettare dei presupposti, per esempio creare un percorso d'uscita per chi non può accedere. Si stanno valutando misure di riduzione anche confrontandoci con la popolazione locale, come sul Passo del Rombo o l'Alpe di Siusi".
Il Gruppo verde ha replicato di "non capire dov'è il problema nell'attuazione di quanto proposto, pur riconoscendo la complessità della questione. Di certo i Comuni non si oppongono a una riduzione del traffico e positive sarebbero almeno le giornate senz'auto". Il Team K ha ricordato che si era già espresso per un pedaggio, ma ha definito "ridicolo" quello di 5 euro per entrare a Venezia, che non ha impedito un aumento di turisti. Il gruppo si è detto "contrario alla chiusura dei passi dolomitici" e sulla mozione si è astenuto.