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Panificatori trentini: con i rincari è a rischio la sostenibilità delle imprese

Lanciato un "Manifesto" del pane fresco trentino



TRENTO.  Aumenti fuori controllo e diminuzione dei consumi. I panificatori trentini riuniti in occasione dell'assemblea annuale lanciano l'allarme: "A rischio la sostenibilità delle imprese", dicono.

All'assemblea hanno partecipato anche il presidente di Confcommercio Trentino Giovanni Bort e, in videocollegamento da Roma, il presidente nazionale Fippa, Roberto Capello, che ha avuto parole di elogio per le iniziative messe in campo dall'associazione provinciale, "spesso all'avanguardia anche per il resto d'Italia".

L'associazione dei panificatori ha infatti promosso nei giorni scorsi l'iniziativa "Forni spenti", rivolta all'opinione pubblica ed alle istituzioni per chiedere l'abbattimento dei costi di energia e carburante, sostenere il potenziamento di produzioni di grano nazionale e spingendo verso coltivazioni autoctone per ridurre la dipendenza dall'estero e promuovere subito una politica europea sulle importazioni di grano che garantisca approvvigionamenti per i mesi a venire, oltre che limitare le speculazioni sul prezzo.

Per uscire dalla crisi, dicono i panificatori trentini, occorre una nuova visione di sviluppo, ed è stato lanciato un "Manifesto" del pane fresco trentino: in collaborazione con la Camera di Commercio di Trento è prevista un'importante campagna di comunicazione ed informazione sul pane fresco e sul lavoro del panificatore con quattro film che saranno trasmessi sulle principali reti televisive locali, i social network e la rappresentazione al pubblico durante manifestazioni ed eventi.

Altro obiettivo - ha spiegato il presidente Emanuele Bonafini - è il sostegno alla crescita continua della Scuola di Arte Bianca e Pasticceria di Rovereto.

All'assemblea ha partecipato anche l'assessore provinciale Roberto Failoni: "Il momento è drammatico, riguarda tutti a 360 gradi. Ora prenderemo i primi provvedimenti e poi ad aprile sapremo dopo l'assestamento di bilancio quali risorse riusciremo a mettere in campo. Le stiamo provando tutte: dopo il Covid ora c'è il problema della guerra. Ma noi non ci siamo mai pianti addosso e ci diamo da fare per dare risposte concrete e rapide". 













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