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Paganella 2001, Trentino Sviluppo cede le sue azioni privilegiate

È stato costituito un nuovo veicolo societario che aggrega gli azionisti privati del territorio e pianificata una parziale e progressiva uscita di Trentino Sviluppo dal capitale sociale



TRENTO. Prosegue il percorso di riorganizzazione della governance di Paganella 2001. Trentino Sviluppo – informa una nota della Provincia – cede infatti le proprie azioni privilegiate nella società impiantistica per un valore pari a 8,27 milioni di euro, in modo da renderla meno dipendente dal supporto pubblico e più appetibile sul mercato della raccolta di capitale privato.

La società di sistema provinciale conserverà invece le proprie azioni ordinarie e permarrà dunque nella compagine sociale di Paganella 2001 accanto ai comuni di Terre d’Adige, Andalo e Fai della Paganella, i cui consigli comunali, nelle diverse sedute convocate tra il 12 e il 14 ottobre, si sono espressi a favore dell’operazione.

L’intesa verrà siglata nelle prossime settimane tra la società di sistema provinciale Trentino Sviluppo, la società veicolo dei soggetti privati di riferimento Paganella Group, la società impiantistica Paganella 2001 e i tre comuni di Terre d’Adige, Andalo e Fai della Paganella.

Gli operatori privati hanno accolto l’invito ad aggregarsi in un veicolo societario che dia stabilità agli azionisti che hanno investito negli anni sull’altipiano: è stata costituita così Paganella Group, che oggi detiene circa il 35% del capitale in azioni ordinarie. Oltre a rivedere nello specifico i privilegi delle azioni nella distribuzione degli utili, Trentino Sviluppo cederà a Paganella 2001 tutte le proprie azioni privilegiate – le azioni ordinarie invece verranno conservate – di valore nominale pari a 7,18 milioni di euro ad un prezzo corrispettivo di circa 8,27 milioni di euro. La società di sistema della Provincia conclude così un’importante operazione di parziale rientro dell’investimento liquidando parte del proprio intervento effettuato nel corso dei precedenti esercizi.

«Si tratta – spiega Sergio Anzelini, presidente di Trentino Sviluppo – di un’exit solo parziale che, secondo il principio della rotazione, si pone come naturale completamento di un investimento che è andato molto bene. È giusto dunque che ora il protagonismo torni nelle mani dei privati e che anche i tre comuni d’ambito siano centrali nella gestione degli impianti presenti sul loro territorio».

 













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