la legge

Orsi, Coldiretti “benedice” il piano di abbattimenti: «Un passo in avanti per il settore e per la popolazione»

In terza commissione del Consiglio provinciale di Trento 11 interventi del mondo di turismo, apicoltura, agricoltori e Comitato Papi

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TRENTO. "Un passo in avanti per il settore e per la popolazione tutta". Così, durante il dibattito in terza commissione del Consiglio provinciale di Trento, il presidente di Coldiretti Trentino Alto-Adige Gianluca Barbacovi ha definito il disegno di legge 11, che fissa un contingente di orsi pericolosi o problematici sopprimibili annualmente. L'Associazione apicoltori, con Maurizio De Giuli e Valentino Prosser, ha portato in commissione la questione dei risarcimenti per le predazioni.

"È importante che gli indennizzi siano celeri", ha fatto presente Prosser, mentre De Giuli ha affermato che "il risarcimento deve essere adeguato". Secondo il presidente dell'Associazione contadini Daniele Bergamo, "il settore zootecnico e apistico sono i più coinvolti, e questo atto di legge è un primo passo".

L'anno scorso, secondo i dati riferiti da Paolo Calovi della Federazione provinciale allevatori, a Sega di Ala sono state predate 18 vitelle, di cui otto di un solo allevatore. "La legge - ha detto Calovi - è un primo passo, bisogna andare avanti e creare consapevolezza sul problema al di fuori del Trentino". Nel dibattito della 3/a commissione è stato coinvolto anche il mondo del turismo.

"Da parte dei turisti - ha ricordato Giovanni Battaiola, presidente dell'Asat - l'attenzione è alta sul tema, chiedono sicurezza e come si intende gestire questa situazione". Secondo il presidente del Comitato insieme per Andrea Papi, Pierantonio Cristoforetti, che ha accolto "con grande sollievo" l'uccisione di M90, "parlare di comunicazione è importante, ma è urgente implementare la forestale, la raccolta di informazioni".

"Per dare attuazione alla legge - ha detto - servono 8 orsi riconosciuti come problematici: serve dunque un monitoraggio che richiede personale qualificato". Achille Leonardi, del Comitato insieme per Andrea Papi, ha puntato il dito contro quella che ha definito una "gestione omertosa delle strutture": "Non si sa - ha detto - dove è stato abbattuto M90 e anche le indicazioni sul luogo del prelievo di JJ4 non erano corrette. Non si risolvono i problemi nascondendo la polvere sotto il tappeto".













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