Un altro allarme sulla nocività dei pesticidi
Lo ha lanciato ad Ora la ricercatrice Renata Alleva: «Io le vostre mele certo non le mangio»
VAL DI NON . Una mela al giorno toglie il medico di torno: in realtà nemmeno per sogno. «Io le vostre mele non le voglio mangiare, mi gusto quelle di mia suocera che le coltiva senza nessun aiuto da parte di pesticidi o concimi chimici»: lo ha detto la dottoressa Renata Alleva, ricercatrice in diverse Università in Spagna, Australia, Scozia, Germania e specialista di Scienze dell’alimentazione al “Rizzoli” di Bologna. La studiosa ha preso parte l’altra sera ad Ora ad un dibattito sul tema: «Quale agricoltura per il nostro futuro?» sulla base anche di una ricerca sugli effetti riscontrati dai pesticidi sul Dna dei cittadini e sull’ambiente portata a termine proprio dalla professoressa. E, guarda caso, proprio prendendo come “cavie” frutticoltori, famiglie di frutticoltori, compresi bambini e residenti nei pressi di frutteti in val di Non. Quello che ha fatto scalpore della relazione della studiosa alla serata organizzata dagli ambientalisti di “Initiativgruppe Bassa Atesina” e “AgricUltura Trentino” sono stati gli effetti dei pesticidi utilizzati in valle di Non, ma anche in Alto Adige, per combattere i parassiti delle mele e dell’uva, sulla popolazione e sul territorio. Specie sui bambini sui quali è stata rilevata una modifica del dna. Tracce di clorpirifos, principio attivo usato sui meli, sulle viti, sugli ulivi, sugli agrumi, sono state trovate nelle acque, nelle urine delle persone (soprattutto le donne in gravidanza) e dei neonati. La dottoressa Alleva non ha voluto però traumatizzare i numerosi presenti nell’aula magna dell’Istituto agrario di Ora con le sue dichiarazioni. «Non vi dico che di pesticidi si muore di tumore; certo, possono causare anche questo male, sappiamo per certo però che per esempio nei nascituri l’aumento di rischio di patologie è doppio e in California è stato riscontrato, proprio per colpa del clorpirifos, un aumento di bambini colpiti da autismo. Patologie polmonari si registrano su figli di agricoltori e su bambini che consumano abitualmente mele. Questo pesticida – è stato anche detto nella conferenza di Ora – interessa anche l’intestino alterando la microflora e rallentando l’azione benefica dei polifenoli, antiossidanti naturali utili contro malattie legate alla senescenza e di arresto della crescita tumorale. In merito ai polifenoli la dottoressa Alleva ha anche parlato dell’agricoltura biologica. «Le mele bio sono più buone delle altre? Questo non lo so: è certo che sono più sane in quanto presentano una maggiore quantità di polifenoli». È quindi assolutamente urgente un cambiamento del modo di coltivare frutta e verdura. Ci vuole più rispetto verso la natura e gli animali: lo ha detto un altro relatore della serata, il dottor Gianluigi Salvador, che fa parte del direttivo Pan Italia e che ha attaccato i viticoltori del Prosecco nella zona di Conegliano. Il sindaco di Cortaccia, l’avvocato Martin Fischer ha fatto un appello: «Abbandonare i pesticidi non è facile e non bisogna criminalizzare gli agricoltori». Mentre Rotraud Wittig, dirigente di “Initiativgruppe Bassa Atesina” non ha avuto dubbi: «Un calcio ai pesticidi per lasciare un ambiente migliore ai nostri figli», e ha chiarito lo scopo dell’associazione: «Non lotta continua ma aiuto ai cittadini». (b.t.)