Turismo post-quarantena la Val di Non luogo ideale 

L’Apt pensa al futuro. Una zona che non è mai stata “di massa”, con poche strutture, viva 365  giorni all’anno, corrisponde al profilo delle località che secondo gli esperti saranno più ricercate


Giacomo Eccher


Val di non. Tutto è fermo per coronavirus, ma non sarà così per sempre ed è tempo di pensare al dopo. In valle di Non, zona turisticamente periferica che non conosce gli assembramenti delle località alla moda, il dopo quarantena può diventare un’opportunità per rilanciare l’accoglienza perché - come affermano i maggiori esperti - dopo questa epidemia non avremo più il turismo di massa, e sarà così per molto tempo.

«Anche in Val di Non - spiega il presidente dell’Apt Lorenzo Paoli - gli operatori turistici stanno vivendo un drammatico momento che speriamo di superare al più presto. Al contempo, però, ci si sta confrontando su come affrontare il ritorno dei turisti. È bene ricordare che la nostra valle è tra le più ampie del Trentino, con una densità di popolazione molto bassa e 3.000 posti letto dislocati in un’estensione territoriale molto elevata. Gli alberghi, spesso a gestione famigliare, sono distanti tra loro e garantiscono spazi adeguati agli ospiti, e gli stessi agriturismi, che ormai da qualche anno contribuiscono in maniera importante al turismo in valle, contano solitamente un massimo di 5 o 6 camere, esattamente l’opposto di quanto accade nelle grandi strutture ricettive. Ma è bene anche ricordare che, ben prima che gli esperti di marketing sostenessero che in futuro non avremo più un turismo cosiddetto “di massa”, l’Apt Val di Non aveva già avviato una strategia di comunicazione che va esattamente in questa direzione».

A differenza di altre località alpine, la Val di Non si può definire una valle “aperta” in tutti i sensi. Oltre all’apertura territoriale che la caratterizza, infatti, può definirsi “aperta” 365 giorni all’anno, poiché rimane viva anche fuori stagione, sempre abitata, un posto dove la gente ha scelto di vivere anche reinventandosi e per fornire all’ospite non solo accoglienza ma anche emozioni.

L’esigenza di un nuovo racconto – sottolinea la direttrice dell’Apt Giulia Dalla Palma - è nata dopo aver trascorso del tempo assieme agli abitanti della valle, assieme a coloro che la Val di Non l’hanno scelta. In maniera anche spontanea attorno all’Apt si è creato un tavolo di lavoro molto dinamico che distingue il “Non”, nome della valle, in una chiave di lettura positiva del proprio territorio: Un luogo “Non” turistico ma una valle abitata tutto l’anno. Gli ospiti “Non” sono turisti ma residenti temporanei. L’ospitalità “Non” è industriale ma genuina e famigliare. La destinazione “Non” è di massa ma “a misura di persona”. Una tipologia di promozione - conclude Dalla Palma – che in valle di Non era già strutturata da tempo.

Un cambio di direzione del turismo - afferma il vicepresidente Andrea Widmann - che rappresenta una grande opportunità per la nostra valle anche per i possessori di camere e appartamenti: quelle strutture non alberghiere che un tempo fecero la fortuna di questo territorio per poi entrare in una sorta di crisi, potranno reinventarsi a favore di un turista che cercherà grandi spazi e tranquillità.

«L’escursionismo, che noi promuoviamo da anni anche grazie a gioielli come il Lago di Tovel o il Santuario di S. Romedio o i castelli si confermerà un valore aggiunto e la valle si potrà dimostrare vincente anche per le vacanze di un solo giorno, a favore dei ristoratori, altro settore gravemente colpito dalla crisi».

Da ricordare, infine, che la val di Non è stata tra i territori meno colpiti dalla diffusione del virus. Un elemento che potrebbe avere una grande rilevanza nelle scelte dei futuri turisti.

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