«Stop concessioni sul Noce almeno fino alle elezioni» 

È una delle richieste del Comitato per la salvaguardia delle acque del Trentino Le derivazioni in provincia sono circa 450 di cui 200 autorizzate dopo il 2000 


di Claudio Libera


VAL DI SOLE. Nella sede di Italia Nostra a Trento, il Comitato permanente per la salvaguardia delle acque del Trentino ha rilanciato l’appello “Basta centrali idroelettriche sul fiume Noce in val di Sole”. Gli interventi illustrativi delle azioni che si intendono compiere sono stati di Luca Scaramella, portavoce del Comitato; Mauro Finotti del Cominato, ma pure presidente della Federazione pescatori trentini e consigliere comunale di minoranza a Caldes, e Salvatore Ferrari per la sezione trentina di Italia Nostra.

Il motivo scatenante dell’incontro è la sospensione della Conferenza di servizi prevista per oggi e finalizzata all’esame di alcune nuove domande di derivazione d’acqua ad uso idroelettrico sul torrente Noce. La sospensione avviene a seguito dalla richiesta della quasi totalità dei proponenti, per poter predisporre uno e più progetti unitari relativi l’intero tratto di corso d’acqua interessato. Cioè gli ultimi chilometri del Noce, da Monclassico al Ponte di Mostizzolo.

Come è stato affermato con forza dai relatori, soprattutto da Ferrari di Italia Nostra «c’è fiducia nell’assessore Mauro Gilmozzi, che aveva affermato che la Provincia avrebbe detto no al 95% delle domande di derivazione. Aggiungendo: “nei nostri torrenti non c’è più spazio”. I numeri indicativi dicono che il Trentino ci sono circa 450 piccole derivazioni, di cui 200 con concessioni rilasciate dopo il 2000. Non solo non c’è più spazio, ma visto anche quanto accaduto sempre più di frequente negli ultimi anni, si assiste ad una riduzione costante dei flussi d’acqua dovuti alla siccità».

Queste le richieste rivolte alla Provincia non solo per le valli del Noce, in cui sono in fase di realizzazione o di inizio esercizio 30 centrali tra cui 8-9 nella parte terminale: conoscere gli interessi pubblici della produzione di energia elettrica; che non vengano più rilasciate concessione nei 12 mesi precedenti le elezioni provinciali del 2018; che il consiglio provinciale indica una conferenza informativa sullo sfruttamento idrico in Trentino. Infine il comitato chiede la modifica della legge provinciale 4 del 6 marzo 1998 che equipara i soggetti privati al pubblico togliendo ai privati la dichiarazione di pubblica utilità. «Se l’acqua è bene comune lo deve rimanere e al Governo si dica basta incentivi, senza i quali i piccoli impianti non producono vantaggi». La parte terminale del Noce deve rimanere ad uso e consumo di un altro tipo di sfruttamento benefico, quello turistico-sportivo. Quindi da monitorare in particolare l’esistenza di trattative, che sembrano avviate a buon fine, per incardinare alla proprietà pubblica e nello specifico a Stn Servizi territoriali del Noce che agisce per conto ed in nome dei Comuni di Malé, Terzolas, Cavizzana e Rabbi – stranamente non si nomina Caldes – l’intera operazione, coinvolgendo anche il Consorzio Stn Val di Sole che, autonomamente, ha presentato un’ulteriore istanza.

L’ipotesi che si sta concretizzando prevede un’unica regia nel tratto compreso fra il depuratore di Malé ed il confine amministrativo del Comune di Cavizzana con quello di Caldes; tale ipotesi potrebbe peraltro essere estesa fino al collettamento delle acque al lago di S. Giustina. La Conferenza di servizi prevista per oggi slitta almeno di 60 giorni ma il “sospetto” è che si arrivi a ridosso delle elezioni del prossimo anno.















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