“Sogni di guarigione”, vita lotta e speranze di Alice
Presentato in anteprima al Foro Italico di Roma al presidente del Coni Malagò il documentario sulla giovane atleta morta 3 anni fa. Il 12 ottobre “prima” a Taio
SEGNO. “Sogno di Guarigione”, il film che racconta la vita e i sogni di Alice Magnani, sarà proiettato pubblicamente per la prima volta al cinema teatro di Taio venerdì 12 ottobre, nella giornata nazionale delle malattie reumatiche. Giovedì, però, c’è stata un’anteprima speciale. A Roma, al Foro Italico, sede del Coni. Il presidente Giovanni Malagò, che per impegni istituzionali non potrà essere presente a Taio e nemmeno a Padova, sede dell’associazione “Il Volo”, il 26 ottobre per la seconda proiezione, non voleva perdersi un film che racchiude in sé la storia di una campionessa, non solo nello sport, e tanti significati: sogni, coraggio, lotta e speranza. Così ha invitato a Roma il papà di Alice, Dino Magnani, che qualche giorno dopo si è presentato nella sede del Coni armato di chiavetta e dvd.
Insieme a papà Dino c’erano anche il regista e autore del film Massimo Gabbani, l’allenatore della squadra di tamburello del San Paolo d’Argon Gianfranco Vismara, una figura importantissima per Alice Magnani, ed erano presenti anche il presidente della Fipt (Federazione italiana palla tamburello) Edoardo Facchetti e il segretario generale Maurizio Pecora.
Il film documentario racconta la determinazione della giovane campionessa di tamburello, affetta da artrite reumatoide e scomparsa in un incidente stradale tre anni fa. Nonostante la malattia (la “bestia”, come la chiamava lei), Alice non si è mai arresa: ha trovato nello sport l’arma per combatterla e ha continuato a coltivare il suo sogno, un sogno di guarigione.
Dino Magnani ha voluto ringraziare di cuore Massimo Gabbani, che ha ideato e diretto il film ed ha creduto tantissimo nell’iniziativa, oltre al Comune di Predaia e a tutti gli sponsor che hanno contribuito alla realizzazione di questo progetto, e si è detto onorato di aver ricevuto l’invito del presidente del Coni (che ha dato il proprio patrocinio al documentario), ma soprattutto di poter contare su un’amicizia sincera. «Giovanni Malagò è una persona squisita – rivela –. È molto più di un amico, e lo è stato anche per Alice. Quando l’ha invitata a Roma è stato di una cortesia unica, l’ha caricata tantissimo. È difficile comprendere come il numero uno dello sport nazionale riesca a essere così umano con tutti. Non esiste una parola per definirlo, o forse la parola giusta l’ha trovata Alice nella sua dedica sul poster che Malagò ha appeso nella sala delle Fiaccole Olimpiche: lei aveva scritto: “Al mitico presidente”». Ecco, non esiste aggettivo migliore.