Sarnonico, un piede fuori dall’Unione Alta Anaunia 

Domani la proposta arriva in consiglio comunale. La sindaco Abram: «Questo ente per noi si è rivelato inutile». Gli ex sindaci dissentono: «Poi cosa facciamo?»


di Giacomo Eccher


SARNONICO. Domani arriva in consiglio comunale la proposta di uscita del Comune dall’Unione Alta Anaunia, facoltà prevista dallo statuto allo scadere del quinto anno. Ma non tutti sono d’accordo ad iniziare dagli ex primi cittadini Elio Covi e Sandro Abram che prendono posizione contro il recesso, decisione che definiscono frettolosa e soprattutto non condivisa con la popolazione.

«Per deliberare di uscire dall’Unione è sufficiente fare una delibera di consiglio comunale e l’amministrazione attuale ne ha facoltà. Il ragionamento è però diverso, di prospettiva» - commenta Sandro Abram che a suo tempo aveva portato il Comune nell’Unione. E si chiede: «Cosa facciamo una volta usciti, con i servizi, con i dipendenti? Possiamo rientrare in gestione associata? Con quali pesi misure e rapporti? Siamo informati di come sta funzionando l’Unione? Sono stati conseguiti risparmi? Stiamo partecipando all’Unione in modo attivo? Ci poniamo un obiettivo di collaborazione di zona? E opportuno recedere con una sola delibera di consiglio comunale?». Abram conclude ricordando che a Sarnonico nel dicembre 2014 la maggioranza dei concittadini ha votato “sì” al processo di fusione con i Comuni limitrofi di Ronzone, Malosco, Cavareno e Romeno, processo saltato, come si ricorderà, per uno scarto di due soli voti a Malosco.

Come Sandro Abram anche l’ex sindaco Elio Covi è in disaccordo sul recesso. «Sarnonico in passato era il paese che univa l’Alta valle con le idee e con le persone, l’Unione se non andava bene era meglio migliorarla standovi dentro non andandosene con un salto nel buio e di rottura. Si tratta di una decisione importante per il nostro futuro di comunità sulla cui portata la popolazione non risulta essere stata informata adeguatamente».

Obiezione che l’attuale prima cittadina, Emanuela Abram, respinge ai mittenti ricordando che quando si era trattato di aderire all’Unione non c’era stato quell’intenso coinvolgimento dei censiti che adesso viene invocato per andarsene da un’ente. «L’Unione Alta Anaunia – afferma – per Sarnonico si è rivelata una gabbia che ha prodotto poco o nulla in senso positivo, anzi ha frantumato il concetto stesso di comunità dell’Alta Valle di Non. La nostra posizione sull’Unione non è mai stata un mistero vista l’impossibilità di cambiare le cose. Per questo la volontà di recedere quando lo statuto ce lo avesse consentito è stata spiegata nell’ultimo notiziario comunale recapitato a tutte le famiglie. Non si tratta dunque di un colpo di testa estivo, ma di formalizzare l'avvio di un percorso che con il primo gennaio 2019 consentirà di formalizzare l’uscita di Sarnonico fuori da questo ente che per noi non si è rivelato utile. Chi l’ha letto non ha avuto nulla da eccepire e anzi io che sto tutti i giorni in municipio non sento altro che voci di assenso per far riprendere a Sarnonico la sua piena operatività».

La decisione di lasciare l’Unione – conclude la sindaco – segue un percorso condiviso anche da Malosco, comune che con il gennaio 2020 dovrebbe unirsi a Fondo e Castelfondo per formare un Comune a tre battezzato “Alta valle di Non”, la cui nascita peraltro non è ancora stata formalizzata dal consiglio regionale. Anche questa una partita che rimane aperta in Alta valle di Non.















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