Sì unanime all’uscita dall’Unione Alta Anaunia 

Il consiglio di Sarnonico approva lo schema di recesso: il Comune tornerà  ad essere autonomo il primo gennaio 2019. Giovedì la stessa cosa farà Malosco


di Giacomo Eccher


SARNONICO. Meno di mezz’ora per dirsi addio! L’addio è quello all’Unione Alta Anaunia che il consiglio comunale di Sarnonico ha votato all’unanimità nell’aula con i banchi destinati al pubblico praticamente deserti. Ad assistere alla seduta infatti solo il sindaco di Malosco Walter Clauser (comune che pure, il 21 giugno, lascerà l’Unione) ed una dipendente comunale.

«È un momento che abbiamo aspettato a lungo, finalmente ci siamo» - ha esordito la sindaco Emanuela Abram prima di dare lettura allo schema di delibera di recesso che ora dovrà essere accolta, ma solo come atto dovuto, da parte degli organi dell’Unione. «Ma non ci sono dubbi, l’uscita è certa, dal primo gennaio 2019 Sarnonico tornerà comune autonomo nell’interesse dei suoi cittadini. La procedura che abbiamo seguito è confortata da un parere dell’Ufficio enti locali della Regione sulle modalità del recesso, facoltà espressamente prevista dallo Statuto allo scadere dei 5 anni previa deliberazione del consiglio comunale a maggioranza dei consiglieri assegnati entro il 30 giugno dell’anno precedente. È ciò che facciamo oggi» - ha detto la sindaco mettendo le mani avanti.

L’Unione infatti – ha fatto capire la Abram – ha il “ricorso facile” come sanno i comuni di Fondo, Castelfondo e Malosco il cui referendum del dicembre 2016 è stato impugnato davanti al Tar per il nome. Ogni mossa va pertanto soppesata anche nei minimi dettagli, per non trovarsi impigliati in una vicenda giudiziaria dagli esiti imprevedibili. «L’Unione è una eredità che l’amministrazione precedente ci ha lasciato senza nemmeno assaporarne gli effetti tutt’altro che buoni per la nostra comunità. Difficoltà che noi eletti nel 2015 ci siano trovati a condividere con estrema difficoltà, perché nessuna delle nostre proposte e richieste di cambiamento è stata presa in considerazione. L’ex sindaco non è d’accordo sul recesso? Invece che parlare sulla stampa poteva dircelo. Le porte del municipio sono sempre state aperte e io ci sono tutti i giorni». Così la prima cittadina che ha sempre reso partecipe i suoi consiglieri su ciò che succedeva nell’Unione, seduta dopo seduta. Il recesso non è una decisione frettolosa ma «scelta consapevole e garbata oltre che serena e motivata».

Nel dibattito solo la voce di Giorgio Bertagnolli (consigliere con delega alle foreste) che non ha lesinato critiche ed attacchi alla Provincia e all'assessore Daldoss per le sue politiche di spinta alle fusioni. «Forzatura che ha prodotto tanti guai, come vediamo sta succedendo in Alta valle di Non. Qui i comuni hanno sempre condiviso rapporti di buon vicinato in buona armonia, adesso è un caos». Il consiglio ha poi votato il recesso, «una eredità della vecchia amministrazione - ha concluso la sindaco Abram - di cui avremmo volentieri fatto a meno».

Questo a Sarnonico, e giovedì prossimo si replicherà a Malosco, comune che peraltro ha un futuro già deciso dopo il successo del referendum sulla fusione con Fondo e Castelfondo a partire dal 1° gennaio 2020. Soluzione su cui, però, aleggia l'incognita del nome dopo il ricorso al Tar dell'Unione Alta Anaunia con il voto di Romeno, Ronzone e Cavareno (contrari Sarnonico e appunto Malosco). Ora questa partita è in mano alla Regione che ufficiosamente ha chiesto ai sindaci interessati dalla fusione di trovare una nome diverso dalla denominazione “Alta valle di Non” votata dai cittadini nel referendum il 18 dicembre 2016.













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