Rumo vorrebbe spartire i profitti della S. Pellegrino 

Una ferita aperta. La società chiede il rinnovo della concessione della centrale idroelettrica  sul rio Valle. «Per 30 anni nessun beneficio per la comunità locale, che ora va compensata»


Giacomo Eccher


Rumo. Il Comune contro il gigante San Pellegrino spa che ha chiesto il rinnovo di derivazione acqua a scopo idroelettrico dal rio Valle. «Una richiesta che ha di fatto riaperto una “ferita” in cui aspetti critici e disapprovazione spesso sono affiorati dagli anni ‘80 ad oggi da parte della popolazione, che ha storicamente vissuto la vicenda come una privazione del patrimonio della comunità» - afferma la sindaco Michela Noletti, che ha manifestato la sua contrarietà al rinnovo nel corso della Conferenza dei servizi convocata in Provincia per decidere in materia. Una tematica – afferma – che è giusto sottoporre alla pubblica attenzione perché riguarda sì il territorio di Rumo, ma con riflessi di carattere generale che sono di notevole interesse per tutti i Comuni del Trentino.

Un impianto di 30 anni fa

Come ricorda Noletti, nel comune di Rumo è attiva da oltre 30 anni una centrale idroelettrica di proprietà privata, un tempo della Acqua di Pejo spa ed ora della San Pellegrino spa, per la quale è stata inoltrata una richiesta di proroga/rinnovo della concessione per una durata molto lunga che è in discussione in questi giorni nella relativa conferenza dei servizi in Provincia. Nei giorni scorsi, sia al tavolo della conferenza stessa, che politicamente con l’assessorato competente, la sindaco Noletti e con lei anche il presidente della Comunità della Valle di Non Silvano Dominici si sono espressi criticamente nei confronti del rinnovo alle condizioni richieste. Le ragioni del giudizio negativo, spiega Noletti, si possono individuare principalmente nel fatto che il rinnovo della concessione è richiesto da una società di natura privata e senza che sia previsto alcun beneficio diretto per il territorio. «Da tenere presente che, in tutti questi anni, la proprietà ha già potuto godere del totale degli utili derivati ed ha ampiamente ripagato l’investimento compiuto. Logica vorrebbe, quindi, che col rinnovo possa condividerne il profitto e compensare la comunità locale, come peraltro si sta profilando su tutte le nuove concessioni idroelettriche provinciali» - afferma la sindaco, intenzionata a portare fino in fondo questa battaglia nell’interesse della sua comunità.

Il privato come il pubblico

«Il Comune di Rumo, con il Comune di Livo, risulta concessionario di una nuova derivazione per il rilascio della quale la Provincia ha prescritto, giustamente, un intervento di compensazione ambientale e di miglioramento che impone ai concessionari che una parte degli utili (futuri) abbiano tale destinazione. Per quale motivo, quindi, il rinnovo di una concessione privata non dovrebbe seguire le medesime direttive?»

«La produzione di energia rinnovabile, ricorda la Noletti, rappresenta una delle poche risorse che un comune possa annoverare nel proprio bilancio senza ricorrere ad imposizioni fiscali o a trasferimenti da parte di provincia o stato. Visto il momento di difficoltà economica, bisognerebbe ragionare su una possibile modifica normativa, garantendo così maggiori entrate ai comuni, rendendoli più autonomi ed indipendenti dai trasferimenti da altri enti. È un’opportunità che crediamo andrebbe colta da parte della Giunta e del Consiglio provinciale. Questa linea di pensiero, peraltro, è già stata seguita dall’amministrazione provinciale in merito alle concessioni sulle maxi centrali, bisognerebbe estenderla anche alle centrali idroelettriche dalla potenza nominale più limitata».













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