Rovinati dal maltempo 4 km di pista ciclabile
Valle di Sole, i danni maggiori a Caldes, Malé e Dimaro. Nel capoluogo di valle 80 metri di percorso sono spariti completamente, portati via dalla furia del Noce
VAL DI SOLE. Passato l’incubo maltempo, per la Val di Sole è tempo di bilanci anche in tema di ciclabili. La lunga tratta ciclopedonale che collega Mostizzolo a Cogolo di Pejo per un tracciato di oltre 30 chilometri è stata infatti danneggiata in più punti da torrenti e fiumi in piena a causa delle forti piogge, smottamenti e frane. Di fatto la rete ciclabile solandra risulta la seconda più colpita del Trentino dopo la rete viaria della Val di Fiemme.
A quantificare i danni è il presidente della Comunità di Valle Guido Redolfi, che, nel tracciare un bilancio su quanto avvenuto in Val di Sole, ha voluto comunque lanciare segnali di ripresa per un territorio che è da sempre legato al ciclismo e al vivere all’aria aperta.
«In Val di Sole le abbondanti precipitazioni avvenute tra fine ottobre e inizio novembre, oltre a creare danni alle attività imprenditoriali, alle strade e ai paesi, hanno anche colpito diversi tratti della ciclabile. Dai rilievi effettuati la scorsa settimana, risulta che ben 3,8 chilometri di ciclabile siano al momento inagibili per diversi motivi. I danni maggiori sono stati riscontrati a Caldes, Malé e Dimaro. A Caldes, dove la ciclabile è stata investita da un paio di colate di fango, abbiamo la situazione meno preoccupante, perché una volta sgomberata la sede stradale da fango e detriti tutto tornerà alla normalità. A Dimaro, comune simbolo dell’alluvione, al momento non siamo in grado di quantificare i danni occorsi alla ciclabile investita dall’esondazione del Rio Rotian. Comunque pare che i guai siano unicamente alle roste del fiume Noce, ma serviranno ancora alcune giornate per liberare definitivamente la pista e valutarne la reale entità».
«A Malé - prosegue il presidente della Comunità di Valle - si sono invece riscontrati i problemi più gravi. La ciclabile, infatti, qui è sparita completamente per 70-80 metri a causa dell’enorme forza del fiume Noce in piena. Negli scorsi giorni è stata attivata con somma urgenza un’iniziativa mirata alla ricostruzione e alla messa in sicurezza del tratto eroso dall’acqua, per un costo che potrebbe attestarsi sui 350 mila euro. L’obiettivo è di riuscire ad eseguire le opere di ricostruzione e ripristino durante l’inverno e la prima parte della primavera per aprire l’intera ciclabile entro aprile o maggio del prossimo anno, ossia quando si riaprirà la stagione delle uscite in bicicletta. In quel periodo si registrano nei weekend 400-500 passaggi, riteniamo pertanto importante - conclude Guido Redolfi - garantire per quel periodo un regolare ripristino della viabilità ciclopedonale».