«Regole più flessibili per i posti in agriturismo» 

Realtà in espansione. Approvata dal consiglio provinciale la proposta di Lorenzo Ossanna relativa in particolare alle attività che fanno ristorazione. «I limiti devono essere rimodulati »


Giacomo Eccher


Val di non. Approvata all’unanimità dal consiglio provinciale la proposta del consigliere Lorenzo Ossanna di rimodulare la regolamentazione relativa ai posti a sedere per le attività agrituristiche.

«L’attività agrituristica - sottolinea Ossanna - è per propria genesi e natura un’integrazione al reddito della popolazione agricola che avviene nelle stagionalità di minore intensità dell’attività principale. È necessario quindi lavorare affinché venga adeguata la parte legislativa soprattutto dove esistono delle problematiche».

Trend positivo in valle

In valle di Non, con 80 licenze attive e 1.038 posti letto (dato di fine agosto), il sistema agrituristico ha un trend in crescita. Lo dimostrano i dati dell’Apt: nel 2015 sono stati registrati 15.325 arrivi e 42.917 presenze; nel 2016, 17.879 arrivi e 48.171 presenze; nel 2017, 20.690 arrivi e 53.389 presenze; nel 2018 19.304 arrivi e 52.028 presenze. Nel 2019, nel periodo gennaio -agosto, gli arrivi sono stati 13.437 e le presenze 39.436. Quanto alla somministrazione di pasti, su 80 esercizi 61 offrono il servizio di pernottamento e prima colazione. Di questi 12 offrono anche il servizio di ristorazione, 9 con pensione completa e 3 mezza pensione. Due infine gli agritur che offrono solo ristorazione senza pernottamento.

Come ha ricordato Ossanna illustrando la proposta, la ristorazione agrituristica si differenzia da quella ordinaria per tipologia di prodotti, servizi e stagionalità derivanti dalla natura stessa dell’attività agricola principale, che non permette di lavorare per l’intero anno solare ma solamente in alcune stagioni. Limitazioni che differenziano sia l’offerta che la tipologia dei prodotti serviti in queste strutture e che sono regolamentate. Per la norma vigente i posti a sedere infatti non sono liberi, ma sono normati in base a dei parametri oggettivi che permettono l’assegnazione di un numero massimo ammesso. Già in fase di preparazione del regolamento, ha ricordato il consigliere, il legislatore aveva compreso che i limiti assegnati erano troppo stringenti e poco confacenti alle esigenze, alle stagionalità ed alla limitazione nel corso dell’anno solare dell’effettivo esercizio di attività di ristorazione. Per questo il regolamento attuale permette già al comune competente per territorio di derogare al limite dei posti a tavola concessi fino al doppio in virtù di una motivata richiesta da inviare almeno 72 ore prima dell’evento e per un numero massimo di giornate pari al dieci per cento di quelle per cui è autorizzata l’apertura.

Esigenze reali

«In una fase di revisione del regolamento e tenendo in considerazione le reali consistenze ed i posti a sedere medi degli agriturismi presenti sul territorio provinciale, ho voluto proporre la rimodulazione di questi limiti» - conclude il consigliere, soddisfatto per la condivisione trasversale attorno alla proposta. L’odg, che, come detto, è stato approvato all’unanimità, impegna la giunta provinciale a condurre un approfondimento, con le categorie interessate, al fine di valutare una eventuale rimodulazione del tetto massimo concedibile di posti nelle giornate assegnate in deroga alle singole aziende agrituristiche».













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