Produzione di mele in calo meno che nel resto d’Europa 

La raccolta in Val di Non. La contrazione qui è del 10%, altrove del 20%. La qualità dei frutti  della campagna 2019, grazie all’andamento climatico di quest’ultimo periodo, non deluderà


Giacomo Eccher


Val di non. Sta entrando nel vivo la campagna di raccolta 2019. In questi giorni si sta completando il secondo stacco delle mele Gala nella media ed alta valle. Da lunedì nella bassa valle e via via anche nelle restanti zone partirà la raccolta della Renetta Canada e a seguire le Stark, la ‘regina’ Golden e per finire, ma saremo già a metà ottobre, con la Fusji. «Una campagna che si annuncia positiva per qualità grazie anche all’andamento climatico di queste settimane, con notti fredde e giornate calde, tempo ideale per la colorazione oltre che per la croccantezza che rendono uniche le nostre mele» - commenta il presidente di Melinda, Michele Odorizzi.

Un po' meno bene la quantità con un calo di produzione stimato in meno 10% rispetto allo scorso anno. Una contrazione tutto sommato accettabile visto il contesto europeo che registra una diminuzione complessiva del – 20%. «Un dato anche questo da leggere con attenzione, perché si lega soprattutto ad una diminuzione di raccolto di mele in Polonia e nei Paesi dell’Est Europa, ma che riguarda essenzialmente varietà che non sono direttamente concorrenti con le nostre sul mercato» - sottolinea Odorizzi guardando alla prossima campagna di commercializzazione.

Le previsioni

«Situazione migliore rispetto allo scorso anno, pur con qualche variabile da seguire con attenzione» - è la previsione di Alessandro Dalpiaz, direttore di Apot, che prende spunto dai dati della Prognofruit 2019, punto di riferimento a livello internazionale per il settore ortofrutticolo. A fronte di una stima di produzione europea in calo del 20%, lo scenario italiano presenta al contrario una situazione sostanzialmente stabile. Se l’Europa ha prodotto 10,5 milioni di tonnellate - in netta diminuzione rispetto ai 13,2 milioni dello scorso anno - l’Italia raggiunge i 2,19 milioni di tonnellate, con una lieve contrazione rispetto alla campagna scorsa (-3%).

Le varietà in crescita

Nel dettaglio, rispetto agli altri paesi produttori, il quadro generale nazionale presenta dinamiche varietali abbastanza incoraggianti. Previsto un leggero calo sia della Golden Delicious (-7% sul 2018) che della Red Delicious (-9%) - dopo il raccolto record dello scorso anno; crescono invece leggermente sia Gala (+8%) che Fuji (+2%). «Dati che fanno ritenere la situazione più tranquilla rispetto allo scorso anno per quanto riguarda la commercializzazione, con prospettive interessanti. Anche se la competizione tra paesi produttori non mancherà, ci sono le condizioni perché sia più seria e rispettosa delle giuste remunerazioni dei frutti» - aggiunge Dalpiaz.

Tutto da valutare invece l’effetto dei danni sulla qualità dei frutti (calibri ridotti, grandine e rugginosità) e delle patologie note o nuove (ticchiolatura in alcuni paesi o Cimice asiatica in Italia), che potrebbe ridurre il volume di mele per il mercato fresco. Mercato che è sempre più globale. A fine anno si prevedono i primi invii verso il Vietnam e Taiwan, paesi che a seguito di una specifica missione di Assomela a fine maggio, hanno aperto i loro confini dopo lunghi negoziati.

Bene l’export

Nicola Magnani, direttore commerciale di Melinda e La Trentina, conferma le buone prospettive per la varietà Gala, soprattutto per quanto riguarda l’export. Ma per il resto, però, occorre attenzione perché – osserva Magnani - «è vero che la previsione di 10,5 milioni di tonnellate in Europa (con un calo registrato del 20% rispetto al 2018) ci dà una prospettiva positiva, ma il numero totale nasconde al suo interno due numeri da osservare con attenzione, riguardanti la produzione di Golden e Gala, che sono in linea con l’annata precedente».













Scuola & Ricerca

In primo piano