Ponte tibetano Castelfondo respinto uno dei due ricorsi 

L’appalto contestato. Il Tar ha ritenuto infondati i motivi dello studio di progettazione  altoatesino che l’ha presentato. L’offerta non era stata trasmessa al Comune nel modo giusto


Giacomo Eccher


Castelfondo. Il 20 febbraio il Tar di Trento discuterà il ricorso promosso dai Comuni di Romeno, Cavareno, Ronzone e Ruffré Mendola contro il Piano strategico della Comunità di Valle e ratificato da tutti gli altri venti Comuni nonesi. Il ricorso, in particolare, è contro la realizzazione del ponte tibetano tra Fondo e Castelfondo, opera che intanto va avanti. Il Tribunale amministrativo, infatti, con sentenza resa pubblica lo scorso 13 febbraio, ha respinto, per infondatezza, il ricorso contro l’assegnazione della progettazione definitiva ed esecutiva dell’opera decisa dall’ex Comune di Castelfondo. A promuoverlo era stato lo Studio Holzner & Bertagnolli Engineering srl di Lana (Bz) la cui offerta era stata esclusa dalla gara d’appalto. Gara poi vinta, lo ricordiamo, dallo studio T&D Ingegneri Associati di Trento che fa capo all'ingegner Giorgio Raia.

Problemi tecnici

L’esclusione dello studio altoatesino era stata decisa dalla commissione di gara in quanto la Holzner & Bertagnolli Engineering/Eut Engineering non aveva presentato entro i termini l’offerta sulla piattaforma informatica Mercurio indicata nel bando. L’aveva invece trasmessa sull’indirizzo Pec del Comune di Castelfondo dopo aver constatato le difficoltà a caricare i documenti sulla piattaforma Mercurio e l’impossibilità di avere il supporto tecnico da parte di Trentino Digitale. Rendendosi conto che non sarebbe stata in grado di rispettare il termine di presentazione dell’offerta, inviava, entro le 12 del giorno stabilito (il 14 dicembre 2019, un sabato!) tutta la documentazione di gara all’indirizzo di posta elettronica certificata del Comune di Castelfondo. Contro il ricorso si è costituito in giudizio il nuovo Comune di Borgo d’Anaunia (nato il primo gennaio 2020 con la fusione tra Fondo, Castelfondo e Malosco) per mano del Commissario straordinario Massimo Fasanelli. Per la difesa il Commissario aveva incaricato l’Avvocatura dello Stato, la stessa che, con l’avvocato Davide Volpe, assiste anche i Comuni e la Comunità nel procedimento al Tar avviato dai citati quattro Comuni dell’Alta valle di Non.

Approccio tardivo

“Il tardivo approccio al procedimento telematico, caldamente sconsigliato dallo stesso bando di gara tenuto conto anche della trasparente indicazione dei giorni, orari e modalità di attivazione dell’assistenza eventualmente richiesta, rende ragione dell'assunzione del rischio in capo al concorrente”- scrive il Tribunale respingendo la richiesta dello studio di progettazione altoatesino che voleva rientrare in gara. Secondo il Tar nella circostanza in esame non può nemmeno invocare il principio del “favor partecipationis” che potrebbe valere soltanto in presenza di regole dubbie, non riscontrabili nel caso concreto”.

L’ex sindaco

Il ricorso è altresì inammissibile poiché non può essere valutata un'offerta presentata via Pec al di fuori della piattaforma prescritta dal bando “mancando le garanzie minime di segretezza – in quanto è stato con ciò reso noto il ribasso offerto ben prima della valutazione dell’offerta tecnica – nonché di correttezza della partecipazione e di immodificabilità delle offerte”.

Soddisfatto di questo esito l’ex sindaco di Castelfondo, Oscar Piazzi. Era stato lui infatti, nel dicembre dello scorso anno, nelle sue ultime settimane di mandato, ad istruire e a portare in porto l’iter per l’assegnazione dell’incarico di progettazione del ponte. Opera che – afferma Piazzi – ora può proseguire nella procedura che è stata decisa per quanto riguarda il finanziamento dalla Comunità di valle e dalla stragrande maggioranza dei Comuni della valle.













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