Oggi l’addio a don Brentari vittima del Coronavirus 

Sanzeno in lutto. Il funerale sarà officiato nella Basilica dei Santi Martiri dall’arcivescovo Tisi Aveva 86 anni, 61 dei quali trascorsi come parroco tra Roma, Caldonazzo e Fai della Paganella


Giacomo Eccher


Sanzeno. Questo pomeriggio alle 15, nel rispetto delle disposizioni legate alla pandemia in corso, ultimo saluto a don Umberto Brentari che si è spento lunedì all’età di 86 anni alla Casa del Clero, a Trento, per complicazioni legate al Covid 19. A presiedere la cerimonia funebre, nella basilica dei Santi Martiri Anauniesi sarà lo stesso arcivescovo monsignor Lauro Tisi, che con l’anziano sacerdote scomparso aveva un’antica amicizia che risale ai primi anni del suo sacerdozio.

Nativo di Sanzeno, don Umberto era uno dei tre fratelli Brentari detti “Sbanzega”, soprannome conosciutissimo non solo a Sanzeno ma in tutta la valle perché legato al Mulino, lo storico ristorante, che ora è chiuso da alcuni anni, strategicamente posizionato proprio all’imbocco della valle di San Romedio. Qui, nella casa di famiglia a due passi dal Molin, don Umberto ha trascorso gli anni dopo il “pensionamento” nel 2011 dalla Parrocchia di Fai della Paganella, l’ultimo suo incarico pastorale di cui è stato investito per 17 anni.

Ordinato prete a Trento nel 1959, don Umberto è stato vicario parrocchiale a Villazzano (1959-1964), ad Arco (1964-1966) e quindi a Roma nelle parrocchie di Santa Emerenziana e San Vigilio (1966-1979). Tornato in diocesi, divenne parroco a Caldonazzo (1979-1994) e poi a Fai della Paganella. Per quattro anni (dal 2007 al 2011) era stato anche referente diocesano della FACI (Federazione Associazioni Clero d’Italia). Ritornato a Sanzeno fin quando ha potuto, circa due anni fa, è stato collaboratore pastorale nella locale parrocchia e per l’ex Decanato di Fondo.

«Tutti i giorni alle 8 precise celebrava la messa nella chiesetta di Santa Maria a Sanzeno, ma era sempre a disposizione per dare una mano ai sacerdoti del territorio. Nonostante i tanti problemi di salute di cui soffriva non si è mai tirato indietro» - racconta il nipote Luca Brentari, attuale vicesindaco di Sanzeno. Da anni soffriva di varie patologie con un tumore addominale per il quale era stato operato a Milano; gli avevano anche diagnosticato un aneurisma all’aorta, ma l’intervento era stato sconsigliato dai medici per timore che rimanesse sotto i ferri. «Mi dicevano che era un miracolo che fosse ancora vivo, a tenerlo in piedi era la sua forte volontà e la sua grande fede» - afferma il nipote. Questo fino a due anni fa, quando proprio a ridosso della festa di Ognissanti, dopo una serie di mancamenti improvvisi e perdita di memoria, l’arcivescovo era riuscito convincerlo, dopo non poche resistenze, a trasferirsi alla Casa del Clero a Trento.

A Sanzeno la notizia della scomparsa di don Umberto è arrivata con il lugubre suono delle campane. Qui lo ricordano per la sua bontà e la gentilezza con tutti, oltre alla disponibilità di attuare fino in fondo la sua vocazione di sacerdote.













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