Nelle ex scuole elementari una sede per l’orgoglio alpino
DAMBEL. Doppia festa domenica a Dambel, religiosa per il Corpus Domini e civile per l’inaugurazione della sede del locale Gruppo Alpini solennizzata dalla presenza della Fanfara Sezionale Alpini di...
DAMBEL. Doppia festa domenica a Dambel, religiosa per il Corpus Domini e civile per l’inaugurazione della sede del locale Gruppo Alpini solennizzata dalla presenza della Fanfara Sezionale Alpini di Trento. Moltissime, nonostante le varie cerimonie concomitanti, le Penne Nere presenti (oltre 370 i pasti alpini serviti dai Nu.Vol.A. nell’attrezzata area verde del Comune), che al mattino hanno raggiunto in sfilata la bellissima chiesa del paese su un alto pianoro da cui si domina un panorama eccezionale a 360 gradi sull’Alta valle di Non. Celebrante l’anziano parroco don Renato Marches, che ha portato il Santissimo in processione con gli alpini e fanfara fino al monumento ai Caduti nel vicino cimitero. Qui il momento più significativo con gli onori ai Caduti di tutte le guerre e il discorso del maestro Alfonso Bonini dedicato in gran parte alla figura di don Decimo Fanceschini, parroco di Dambel dal 1968 al 1983, quando morì a 70 anni. Già cappellano militare in guerra con gli Alpini, don Decimo (che prima era stato parroco di Nanno) è stato il promotore della nascita del gruppo di Dambel assieme al maestro Pio Giuliani. Era originario di Borgo, dove ora è sepolto, e in suo ricordo nella cappelletta è stata scoperta una targa ricordo.
Il corteo si è poi spostato nei pressi delle ex elementari (chiuse da un decennio), dove il Comune ha concesso al Gruppo Alpini (che conta 21 effettivi e 9 aggregati) una sede che, nell’occasione, è stata impreziosita da una mostra fotografica con scatti del 1968, la nascita del Gruppo, e alcuni pannelli d’epoca prestati dal noto collezionista clesiano Ferruccio Mascotti. Davanti alla sede prima del taglio del nastro con la regia dello speaker Stefano Graiff i saluti del capogruppo Gianfranco Pedrotti, con un accenno alla situazione romana nei convulsi giorni della nascita del nuovo governo, e del sindaco Carlo Polastri, che tra le altre cose ha ricordato i suoi nonni, uno schierato con la divisa austroungarica e l’altro con quella del regio esercito italiano. Situazioni che all’epoca hanno provato tante famiglie trentine perché - ha concluso - «le guerre non si vincono, perdono tutti e basta». Commovente anche il ricordo di padre Orlando Pigarella nelle parole dall’alpino Remo Tosolini di Fondo: il religioso si era impegnato a lungo e con passione per trovare le tracce del fratello caduto in Russia. Tra i saluti da citare il Capo Nu.Vol.A. provinciale Giorgio Debiasi, l’assessore valligiano alla Cultura Fabrizio Borzaga e l’ex senatore Panizza. Il consigliere di zona degli alpini, Edoardo Zambotti, ha quindi fatto un bilancio dell’Adunata di Trento, che ha visto impegnati tutti i gruppi per oltre due anni. Dopo la benedizione del gagliardetto, il taglio del nastro e la visita alla sede in un’ala dell’ex scuola che ospita anche Gruppo Giovani e Pro Loco. (g.e.)