Nel team vincitore di UrbanFarm 2019 la clesiana D’Agostin
Isabella, che studia architettura al Politecnico di Milano, ha progettato un vivaio di piante officinali in una ex scuola
CLES. C’è anche la nonesa Isabella D’Agostin, di Cles, nel team vincitore di UrbanFarm 2019, un concorso d’eccellenza promosso dalle Università di Bologna e di Firenze, per premiare progetti innovativi sul tema dell’agricoltura urbana.
I team iscritti al concorso UrbanFarm 2019 sono stati 35, per un totale di più di 130 studenti provenienti da quasi tutte le regioni d’Italia a cui se ne sono aggiunti altri di vari Paesi del mondo come Turchia, Egitto, Brasile, Canada, Cina, Francia, Inghilterra, Polonia, Kosovo, Belgio, India e Indonesia.
Le squadre erano invitate a progettare sistemi innovativi di agricoltura urbana capaci di integrare le migliori innovazioni architettoniche e tecnologiche per la produzione alimentare negli ambienti urbani.
La cerimonia di premiazione si è svolta nell’ambito della fiera internazionale Novel Farm che si è svolta a Pordenone il 13 e 14 febbraio.
Isabella Dagostin di Cles, 24 anni, studentessa al Politecnico di Milano, ha accettato l’impegnativa sfida, iscrivendosi al concorso internazionale con il team Pinecube, insieme ai “colleghi” Nicola Colucci (Università di Pisa), Elisabetta Tonet (Università Ca’ Foscari), Niccolò Tagliaferri (Università di Bologna), Nicola Dall’Agnol (Università di Padova) e Pamela De Biasi (Università di Trento).
I progetti dovevano riguardare il recupero di palazzi o capannoni ormai non utilizzati da anni in tre aree urbane: l’azienda Fantoni a Bologna, una struttura nell’area Zanussi a Conegliano Veneto (Treviso) e una scuola elementare a Orzes, a Belluno.
Il team Pinecube (acronimo dei sei ragazzi costituenti il team) si è classificato al primo posto con il progetto di vertical farm per il sito di Orzes a Belluno dal titolo “Hydro-Officinal Library”. L’idea progettuale prevede che l’ex-scuola, ormai da anni abbandonata, possa essere valorizzata e trasformata in un sito produttivo di piante officinali allevate utilizzando le tecniche di coltura idroponica su più livelli: nel progetto è stata prevista anche la realizzazione di alcuni laboratori per svolgere attività di ricerca. Tra gli obiettivi del progetto c’è la conservazione dell’identità del luogo, cercando di integrare il nuovo all’antico. Il team è stato anche premiato dall’International Society for Horticultural Science (ISHS) con il premio “Young Minds Award”.
Il team vincitore, che ha ottenuto una borsa di studio di 6.000 euro, è stato scelto dalla giuria per l’originalità della proposta: ripensare la produzione di cibo nei tessuti urbani in termini di sostenibilità ambientale e creazione di welfare. Grande soddisfazione per Isabella Dagostin, studentessa al Politecnico di Milano in architettura (Ambiente Costruito Interni) e laurea triennale in architettura (Tecniche e culture del progetto) allo IUAV di Venezia (ErasmusPlus ad Alicante, tirocinio triennale alla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per il comune di Venezia e laguna, collaborazione con lo studio Architetto Giuseppe Dell’Orto).